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Sequestro del depuratore di Diamante: scontro politico tra sindaco e minoranza

  • Immagine del redattore: miocomune.tv
    miocomune.tv
  • 23 ago
  • Tempo di lettura: 3 min

La vicenda del depuratore di Sorbo accende il dibattito a Diamante


Sigilli al depuratore di Sorbo a Diamante, impianto sequestrato

23 agosto 2025


La notizia del sequestro del depuratore di Sorbo, a Diamante, ha generato discussione nella cittadina della Riviera dei Cedri. L’impianto, situato in località Sorbo a pochi metri dal confine con Belvedere Marittimo, è stato posto sotto sequestro dai carabinieri e dalla Guardia Costiera su disposizione della Procura.

Il provvedimento, accompagnato dall’apposizione di cartelli e sigilli lungo via Poseidone, ha subito alimentato dubbi e domande sulla gestione dell’impianto e sulle possibili conseguenze per l’immagine turistica della città.





La posizione del sindaco Achille Ordine


Sequestro depuratore diamante
Il sindaco Ordine

Il sindaco Achille Ordine, in una nota diffusa sui canali istituzionali, ha dichiarato di non aver ricevuto alcuna comunicazione ufficiale sul sequestro. Secondo quanto riportato, la notifica potrebbe essere stata indirizzata esclusivamente alla società esterna che gestisce l’impianto attraverso un project financing.

Il primo cittadino ha comunque voluto rassicurare cittadini e turisti: “Non esistono provvedimenti che abbiano disposto la non balneabilità dei tratti di mare – ha precisato – e le ultime analisi di Arpacal confermano la piena fruibilità delle acque di balneazione”.

Il Comune ha inoltre ricordato di aver avviato un monitoraggio indipendente sulla depurazione, affidando un incarico a un professionista esterno con l’obiettivo di garantire la tutela ambientale e la qualità del mare, risorsa fondamentale per l’economia turistica del territorio.




La dura replica della minoranza: “Il sindaco riferisca in Consiglio”

La reazione dei consiglieri di minoranza non si è fatta attendere. Marcello Pascale, Giuseppe Pascale, Daniela Marsiglia e Antonio Cauteruccio hanno diffuso una nota molto critica nei confronti dell’amministrazione.

“Abbiamo constatato personalmente la presenza dei sigilli al cancello del depuratore – scrivono – mentre il sindaco sostiene di non sapere nulla. Una dichiarazione anomala per chi ricopre il ruolo di autorità sanitaria locale”.

Secondo i consiglieri, il fatto che la gestione sia affidata a una società privata non solleva l’ente pubblico dalle proprie responsabilità: “Il project financing trasferisce la gestione, ma non le funzioni di controllo e vigilanza. La governance resta comunque in capo al Comune e al sindaco”.

I riferimenti non mancano al passato: “Nel 2009 ci fu un precedente sequestro di un impianto, all’epoca dismesso. Oggi, a distanza di 16 anni, un nuovo sequestro riguarda un depuratore funzionante. La questione non può ridursi a un post su Facebook”.


Il sequestro del depuratore di Diamante

Turismo e immagine della città: il “boomerang comunicativo”

Uno dei punti più contestati è proprio la comunicazione istituzionale. La minoranza parla di un vero e proprio “boomerang comunicativo”:

“Non comunicare adeguatamente su un problema noto a tutti – si legge nella nota – non tutela l’immagine turistica della città, ma rischia di danneggiare operatori balneari e settore ricettivo”.

E ancora: “Difendere l’immagine turistica non significa minimizzare, ma affrontare il problema con trasparenza e provvedimenti concreti”.




Verso il Consiglio comunale

La richiesta finale dei consiglieri è netta: il sindaco deve riferire in Consiglio comunale. La vicenda, infatti, secondo la minoranza non può essere liquidata attraverso comunicati o post social, ma necessita di un dibattito istituzionale pubblico, con chiarimenti precisi sulle responsabilità e sulle prossime azioni da intraprendere.

Il caso del sequestro del depuratore di Diamante è destinato quindi a restare al centro dell’agenda politica locale, intrecciando tutela ambientale, gestione dei servizi pubblici e immagine turistica della città.



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