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Sanità il movimento di Praia a Mare per l'ospedale accusa la Regione: «Si lasciano morire i cittadini»

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  • 4 ore fa
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Dura denuncia del movimento di Praia a Mare “Nuovo ospedale dell’Alto Tirreno Cosentino”: mentre la Basilicata investe 95 milioni a Lagonegro, la Calabria perde fondi e vite


Dura denuncia del movimento di Praia a Mare “Nuovo ospedale dell’Alto Tirreno Cosentino”: mentre la Basilicata investe 95 milioni a Lagonegro, la Calabria perde fondi e vite

Sanità Calabria, il divario che uccide

Un nuovo grido d’allarme arriva dal Tirreno cosentino, da Praia a Mare, dove il movimento civico “Nuovo ospedale dell’Alto Tirreno Cosentino” accusa apertamente la Regione Calabria di abbandonare i cittadini alla mancanza di servizi essenziali. La polemica nasce dal confronto con la vicina Basilicata, che ha appena annunciato un investimento da 95 milioni di euro per il potenziamento dell’ospedale di Lagonegro.

Secondo i dati diffusi dal movimento, nel 2023 la struttura lucana ha registrato circa 5.000 ricoveri, di cui 2.000 provenienti da fuori regione, in gran parte dal territorio calabrese dell’Alto Tirreno. Un’emorragia sanitaria che – secondo i promotori del movimento – costa alla Calabria oltre 5,5 milioni di euro l’anno, fondi che «potrebbero e dovrebbero essere investiti per rafforzare la sanità locale».





«Violato il diritto alla salute»

«È inaccettabile – si legge nella nota firmata da Antonio Mandarano, Tullio Laino, Giovanni Moccia, Antonio Parente, Biagio Iorio e Carmelo De Leo – che i cittadini del Tirreno cosentino siano costretti ogni giorno a percorrere decine di chilometri, spesso in condizioni di emergenza, per ricevere cure adeguate. Questa situazione rappresenta una violazione del diritto alla salute, sancito dalla Costituzione, e un paradossale spreco di denaro pubblico».

Il movimento denuncia una gestione regionale della sanità «confusa e inefficace».Secondo i firmatari, l’uscita dal Commissariamento annunciata dal presidente Occhiuto sarebbe «un espediente propagandistico, se non accompagnata da un reale abbandono del Piano di rientro e da nuovi investimenti produttivi».




La richiesta: restituire dignità sanitaria al Tirreno cosentino

Da Praia a Mare parte dunque un appello chiaro: ripristinare immediatamente i servizi di emergenza-urgenza presso l’ospedale cittadino e varare un piano di investimenti strutturali per i territori di confine.Una battaglia che non riguarda solo la sanità, ma la stessa dignità dei cittadini calabresi, da anni penalizzati da scelte politiche e amministrative che hanno svuotato gli ospedali locali.

«Non chiediamo privilegi – scrivono ancora – ma il rispetto dei diritti fondamentali e la fine di un’ingiustizia che costringe intere famiglie a migrare per curarsi».


Un problema politico e sociale

Il caso riaccende il dibattito sulla crisi sanitaria in Calabria, tra piani di rientro, carenze di personale e ritardi infrastrutturali.Una questione che pesa anche sul piano politico e che solleva un interrogativo drammatico: può la vita di un calabrese valere meno solo perché vive pochi chilometri più a sud di un confine regionale?


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