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Scalea, uffici essenziali da riaprire al pubblico: l'appello di Iannello, Cgil

L'appello della sindacalista responsabile Cgil dell'alto Tirreno, Mimma Iannello: gli uffici essenziali chiusi al pubblico devono essere riaperti per favorire i cittadini più deboli

SCALEA – 12 mag. 21 - Uffici essenziali chiusi al pubblico da tempo e aperti solo a chi può e sa utilizzare attrezzature elettroniche. L'allarme lo lancia Mimma Iannello, responsabile della Cgil dell'alto Tirreno. «Come Cgil – afferma Mimma Iannello - denunciamo l’insostenibilità sociale di chiusure divenute incomprensibili. Tantomeno, si possono ingannare i cittadini, come avvenuto in questi lunghi mesi, orientandoli nelle sedi sindacali, di Caaf o patronati che non sempre, per le funzioni istituzionali chiamate a svolgere, possono sostituirsi in toto agli uffici pubblici che hanno abdicato al rapporto pubblico diretto di accompagno, informazione e soluzione nel disbrigo di pratiche». E' una situazione generata dai 15 mesi di emergenza Covid, che, secondo la sindacalista, sono stati duri per il mondo del lavoro e per l’economia dei territori.



La luce dal tunnel comincia a intravedersi, e, forse, è il caso che si cominci a pensare a riaperture. «E’ ormai da oltre un anno – sottolinea Mimma Iannello - che l’Inps e il Centro per l’Impiego di Scalea, ovvero i servizi che impattano con il mercato del lavoro e l’erogazione di fondamentali prestazioni previdenziali ed assistenziali, restano chiusi al pubblico e l’unico accesso per i cittadini, per chi vi riesce, è nella modalità da remoto. A ciò si aggiunge – prosegue la sindacalista - che molte prestazioni sono così divenute accessibili solo se il cittadino interessato è in possesso dello Spid o di internet. Un sistema che certamente interpreta le grandi trasformazioni in atto e l’adozione delle nuove tecnologie digitali nella pubblica amministrazione, ma che non tiene conto del gap di competenze digitali che interessa alte percentuali di cittadini che tante volte possiedono a stento un cellulare di vecchia generazione e privo di connessione alla rete».



Bisogna quindi trovare un compromesso, secondo Mimma Iannello: «Occorre perciò che le dirigenze di ogni livello accorcino le distanze che si vanno allargando tra cittadini e pezzi della pubblica amministrazione. Alla Regione, alla Direzione Inps Provinciale, alle amministrazioni locali, la Cgil chiede che si facciano interpreti del disagio che investe tanti cittadini del territorio e che deve trovare la pronta soluzione nel ripristino del contatto diretto con ogni pezzo periferico dello Stato». E' necessario, dunque trovare soluzioni che possano andare in aiuto ai cittadini e ai più deboli. «Nel mentre il Paese si accinge con fiducia alla ripartenza ed a mettere in uso ingenti risorse comunitarie per la crescita e lo sviluppo dei territori – afferma Iannello - pezzi della pubblica amministrazione locale restano trincerati negli uffici o in smart working aumentando il peregrinare quotidiano dei cittadini che non sanno come barcamenarsi nelle diverse pratiche. Atteso che l’emergenza covid espone ogni settore del lavoro a rischi sanitari per i quali sono stati forniti da tempo i protocolli per affrontarli nel rispetto di ogni norma, ricordando che alcuni uffici hanno subito riassetti organizzativi strutturali e che nell’insieme vivono tagli di personale, di pensionamenti e di quote obbligatorie di lavoro in smart working, risulta tuttavia fuori dal mondo lo scarto generato in questi mesi tra i problemi reali del territorio e le risposte offerte da pezzi fondamentali della pubblica amministrazione».



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