Scalea, decadenza concessione Ajnella: la replica dell'amministrazione
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Scalea, decadenza concessione Ajnella: la replica dell'amministrazione

Aggiornamento: 13 lug 2022

In una nota, il sindaco Perrotta e l'amministrazione comunale replicano ai concessionari dello stabilimento balneare Ajnella



SCALEA – 6 lug. 22 - La vicenda del sequestro e del procedimento che stabilisce la decadenza della “storica” concessione dell'Ajnella alla famiglia Aiello, c'è la replica dell'amministrazione comunale. Nei giorni scorsi, la famiglia che gestisce da poco meno di sessant'anni lo stabilimento balneare nell'area del lungomare, tramite la nostra testata aveva diffuso una serie di lagnanze sull'iter burocratico della “pratica”. Una situazione complessa che vede già da tempo un procedimento avviato con il tribunale amministrativo e in attesa della decisione dell'appello al grado superiore. L'amministrazione comunale, con a capo il sindaco Giacomo Perrotta, ha diffuso una nota riferendo che le precisazioni dell'ente “sono il frutto di atti e documenti e non di affermazioni diffamatorie, sorrette da fantasiose teorie che non possono trovare asilo né nella realtà né conforto nella giurisprudenza”. Come è già noto, il 29 giugno 2020, l’allora responsabile del demanio, adotta un atto di decadenza di due concessioni: la struttura, che è in cemento e mattoni, non amovibile, e lo stabilimento balneare. “Tale provvedimento di decadenza – fanno presente dal comune - segue una nota del 19.03.2020 con cui l’Ufficio tecnico, urbanistica e demanio, comunicava al concessionario l’avvio del procedimento per la pronuncia di decadenza ai sensi dell’art. 47 cod. nav. Il concessionario, a seguito dell’avvio del procedimento, si dichiarava pronto a corrispondere il dovuto ma, per come si legge nel provvedimento di decadenza: 'ad oggi (data del provvedimento di decadenza) non sono pervenute note e/o osservazioni' ed inoltre nel provvedimento si legge che : 'il concessionario avrebbe occupato indebitamente parte dell’area di fascia D destinata a servizi e che tale 'occupazione abusiva costituisce un sostanziale e indebito incremento della capacità reddituale alle Cdm in oggetto'”.



C'è poi la sentenza del tar, sulla quale abbiamo riferito in passato. Il tar Calabria scriveva “l’incontestato elemento fattuale su cui deve riposare la decisione di questo Tribunale consiste nell’esistenza di un consistente debito verso l’erario per canoni demaniali con corrisposti al momento dell’adozione del provvedimento di decadenza”. “il debito del concessionario ha un’origine risalente nel tempo ed era da questi riconosciuto con due atti di sottomissione”. Scrive il comune di Scalea: “La circostanza, per come sostiene il concessionario, di aver pagato tutto il debito, è stata oggetto di valutazione del Tar, il quale ha potuto verificare la documentazione prodotta in giudizio, ma non ha ravvisato alcun elemento utile per revocare il provvedimento di decadenza”. Il Consiglio di Stato, inoltre, non sospendendo la sentenza del Tar, scrive: “non appaiono emergere i presupposti per l’accoglimento della domanda cautelare tenuto conto della sussistenza di una morosità economicamente consistente e risalente nel tempo per omesso pagamento di canoni demaniali, nonché delle interlocuzioni intercorse con l’amministrazione precedentemente all’adozione del provvedimento di decadenza, a fronte delle quali non consta che l’interessato si sia tempestivamente attivato per sanare la propria posizione”.



Precisa ancora l'amministrazione: “Diverse sono state le riunioni presso la casa comunale ove il concessionario considera illegittimo un atto di decadenza che il Tar Calabria ritiene valido ed efficace, e propone soluzioni abbastanza fantasiose tipo: l’affidamento provvisorio al concessionario decaduto o una revoca in autotutela del provvedimento di decadenza dopo che un primo grado della giustizia amministrativa ha emanato sentenza”. da parte del Comune di Scalea non c’è alcun accanimento, regia occulta o quanto altro si possa pensare, ma esclusivamente il rispetto di una sentenza del Tar. C'è anche una replica politica, essendo uno dei componenti della famiglia un ex assessore: “Chi invece parla di comportamenti alla Ponzio Pilato – scrive il sindaco - si ricorda che quando sullo scranno di Pilato sedeva lui non si ricordano di sue decisioni epocali prese nell’interesse della città ma sicuramente lui brillava di luce riflessa. In merito alla inadeguatezza a guidare il paese siamo sicuri che se tutto si fosse risolto come richiesto dal concessionario avremmo parlato della migliore amministrazione possibile, ma visto che ci sono delle Sentenze e queste devono essere rispettate, si parla di inadeguatezza e incompetenza”.



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