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Scalea, sequestro Ajnella: intervengono i concessionari, "per fare chiarezza"

La versione dei concessionari dello stabilimento balneare posto sotto sequestro e per il quale sono stati dichiarati decaduti i titoli



SCALEA – 4 lug. 22 -Dopo il sequestro, l'avvio del processo di decadenza della concessione dello storico stabilimento balneare Ajnella di Scalea. Uno dei pochi lidi balneari realizzati negli anni passati in mattoni e cemento e quindi inamovibili. La proprietà della struttura, se così si può indicare per un fabbricato in area demaniale e, quindi, in concessione, ha inviato una lunga nota per “fare un po’ di ordine – scrive - per chiarire e mettere a tacere il chiacchiericcio che afferma la nostra perenne morosità nei pagamenti”.

L'INIZIO DELL'ATTIVITA'

La storia inizia nel lontano 13 giugno 1954, quando Giovanni Aiello monta la prima baracca, con una bacinella riempita alla fabbrica del ghiaccio, con le gassose, prodotte rigorosamente a Scalea, e posa la prima pietra per quello che diventerà un locale storico e conosciuto su tutta la Riviera dei Cedri. La famiglia Aiello ricorda: “i migliori artisti degli anni '60 e '70 hanno fatto tappa qui”. Persino i Pooh hanno suonato in quel locale, all'inizio della loro carriera musicale.

Dal mese di giugno è in atto un procedimento. I gestori della struttura fanno sapere di ricevere “risposte vaghe”, e scrivono nella lunga nota che non intendono chiedere un trattamento di favore: “ma almeno non scontrarsi con muri di gomma”, una sorta di scaricabarile “quando la parola finale spetterebbe al comune di Scalea, all’ufficio tecnico, che – scrivono i gestori - teme eventuali processi e anni e anni di galera nel caso in cui applichi la legge nel ripristino della concessione”.



LA NOTIFICA DELLA DECADENZA

La sequenza delle vicende, ricostruita dai gestori dell'Ajnella: “Tutto ha inizio il 19 marzo 2020 in piena pandemia – raccontano - il comune notifica l’avvio del procedimento di decadenza motivandolo con il mancato pagamento di 20.190,49 euro. Tali importi non sono dovuti per regolari canoni annuali, puntualmente pagati ogni anno come gli f 24, in nostro possesso e soprattutto del comune, dimostrano, ma bensì per un conteggio di alcuni anni tra il 2002 e il 2008. Per 8 mesi su 12 eravamo abusivi, con sanzioni previste in questi casi del 200% del canone da pagare. Avendo il titolo solo per 4 mesi all’anno “gentilmente concesso” dal comune, considerandoci come una struttura stagionale. Tutto questo – spiegano i gestori - come se ogni 1 ottobre avessimo potuto smontare mattone per mattone 1400mq e rimontare tutto il primo giugno di ogni anno. Solo nel 2009 otteniamo la concessione fino al 31 dicembre 2010, poi prorogata definitivamente il 10 gennaio 2011, fino al 2015 e poi al 2020. Tornando al provvedimento, la risposta dei nostri avvocati alla nota comunale del marzo ’20, afferma la nostra volontà di pagare chiedendo la possibilità di rateizzare gli importi richiesti. Ma il tutto rimane lettera morta. Il 30 giugno 2020, con provvedimento del giorno precedente, ci comunicano la decadenza di entrambe le concessioni, compresa quella di posa sdraio e ombrelloni, mai stata oggetto di mancato pagamento o contenzioso. Effettuiamo il versamento in unica soluzione il 3 luglio 2020, 3 giorni dopo, per 20.190,49 euro, convinti di aver risolto. Anziché ritirare il provvedimento, si ripete il solito silenzio di chi di dovere e ci costringono a ricorrere al Tar, che non sospende il provvedimento, lo fa poi il Consiglio di Stato, permettendoci di lavorare per ben 2 anni. A gennaio però arriva la sentenza negativa del Tar. Da qui si alza il muro insormontabile del comune”. La risposta è sempre: “Ormai c’è la sentenza del Tar”.



«PAGAMENTI SEMPRE RISPETTATI»

Secondo i gestori dell'Ajnella: “ciò che deve essere portato a conoscenza del lettore è: pagamenti sempre rispettati di canoni per ogni annualità, ad oggi non esistono arretrati e non esiste un euro di debito nei riguardi del demanio. Nel 2019 e nel 2020 il comune ci rilascia il “45 bis” necessario per la gestione di terzi di attività su suolo demaniale. Chiusura totale e discriminante dell’attuale amministrazione comunale che si nasconde continuamente dietro al non agire e non fare. Nonostante le continue riunioni, anche con persone di alto profilo tecnico specializzate in Demanio marittimo, nonostante numerose istanze, mai prese in considerazione e alle quali non c’è mai stata risposta dal Comune, il sindaco e il suo responsabile dell’ufficio tecnico – spiegano dall'Ajnella - non hanno alcuna intenzione di ripristinare la concessione”.

LE DOMANDE FINALI DEI CONCESSIONARI

Infine le domande dei gestori dell'Ajnella: “Che fine farà la struttura? C’è qualche regia occulta dietro questa chiusura totale? C’è qualche interesse che a noi poveri mortali non è concesso conoscere? Oppure più semplicemente c’è presunzione, arroganza e inadeguatezza nel reggere le redini del paese? Troppo facile non fare per non sbagliare. Di sicuro – concludono - non ci arrenderemo, riteniamo di avere le nostre ragioni per continuare a combattere per ottenere solo e soltanto ciò che ci spetta, nulla di più”.



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