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La Procura di Paola riapre il caso Losardo: a Cetraro nuove indagini dopo 45 anni

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  • 20 ore fa
  • Tempo di lettura: 2 min

Cetraro, il procuratore di Paola Fiordalisi lancia un appello alla cittadinanza: «Chi sa, parli». Il figlio Raffaele: «Un omicidio tra legalità e crimine», il caso Losardo è riaperto se ne occupa Massimo Razzi sul Quotidiano del Sud - L'altravoce

La procura di Paola riapre il caso Losardo
Giannino Losardo

Cetraro, 12 luglio 2025 - A 45 anni dall’omicidio di Giovanni Losardo, la Procura di Paola annuncia una svolta storica: il caso Losardo viene ufficialmente riaperto. A renderlo noto è il procuratore Domenico Fiordalisi, che ha dichiarato di voler aprire un nuovo fascicolo contro ignoti, facendo appello alla cittadinanza: «Se sapete qualcosa, ditelo».

L’omicidio Losardo, avvenuto il 21 giugno 1980 lungo la statale 18 nei pressi di Cetraro, ha rappresentato uno dei casi più oscuri della storia recente calabrese. Losardo, capo della segreteria della Procura di Paola e militante del PCI, fu freddato in un agguato mafioso mentre tornava a casa da una seduta consiliare.



🎙️ L’appello del procuratore e le piste da seguire

«Non possiamo inquisire chi è già stato assolto – ha precisato Fiordalisi – ma ci sono molte cose che si possono fare: piste da battere, persone da ascoltare, nuovi collegamenti da esplorare». Tra i punti chiave dell’indagine ci sono anche recenti ritrovamenti, come l’arsenale di 35 armi scoperto ad Acquappesa, che potrebbe rivelarsi cruciale per chiarire diversi omicidi avvenuti tra il 1979 e il 1983 nella zona del Tirreno cosentino.

Il procuratore ha inoltre citato articoli giornalistici e docufilm – come “Chi ha ucciso Giovanni Losardo” di Giulia Zanfino – come possibili fonti di indizi e testimonianze utili.



👨‍⚖️ La voce del figlio Raffaele Losardo

Tra i più determinati a cercare la verità c’è Raffaele Losardo, figlio di Giovanni e oggi avvocato: «Dopo 45 anni è una grande emozione. Non solo per la mia famiglia, ma per tutta la Calabria che non ha mai avuto giustizia».

Raffaele denuncia una grave lacuna investigativa: «Su bossoli e pallottole non venne mai effettuata una perizia balistica. Nessuno ha spiegato perché». E ribadisce: «I mandanti erano lì, a Cetraro. Mio padre dava fastidio a molti, non solo alla mafia».


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