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False fatturazioni ad Amantea: maxi-indagine da 88 milioni di euro della Guardia di finanza

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  • 17 ore fa
  • Tempo di lettura: 2 min


Guardia di Finanza Cosenza durante indagini su false fatturazioni

False fatturazioni ad Amantea e nel cosentino: al centro un sistema da 88 milioni di euro individuato dalla Guardia di finanza e dalla procura di Milano; accertata anche una bancarotta da 26 milioni


27 novembre 2025


La Guardia di Finanza di Cosenza, su coordinamento della Procura della Repubblica di Milano, ha concluso una vasta operazione sulle false fatturazioni tra Amantea ed il cosentino e sui reati economico-finanziari collegati. Al termine dell’attività investigativa, sono state segnalate all’Autorità giudiziaria 43 persone fisiche e 26 società, con ipotesi che spaziano dall’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti alla bancarotta fraudolenta.



False fatturazioni ad Amantea e nel cosentino: un sistema da oltre 88 milioni

Secondo quanto accertato dai finanzieri, sarebbero state emesse e utilizzate fatture false per 88 milioni di euro, con omessi versamenti IVA per oltre 3 milioni e indebite compensazioni d'imposta per circa 2,5 milioni di euro.Le indagini hanno inoltre ricostruito una presunta distrazione di fondi per 26 milioni di euro da due società poi dichiarate fallite, un danno diretto per l’Erario dello Stato.


Indagine su false fatturazioni ad Amantea e nel cosentino
Amantea

L’origine dell’indagine: una verifica fiscale ad Amantea

L’intera operazione è partita da una verifica eseguita dalla Tenenza della Guardia di Finanza di Amantea su un’impresa trasferita dalla provincia di Milano alla provincia di Cosenza. Le anomalie riscontrate hanno aperto la strada a un’indagine più ampia, condotta in sinergia con la Procura milanese e rivolta a varie aziende del settore logistica con sede tra Milano e Monza-Brianza.




Un sistema strutturato di fatture false e società “cartiere”

Gli investigatori hanno ricostruito un articolato circuito di fatture per operazioni inesistenti, emesse da società prive di reale attività imprenditoriale a favore di imprese che, contabilizzando costi mai sostenuti, abbassavano fraudolentemente la base imponibile.I proventi illeciti venivano poi trasferiti su conti correnti intestati a società “cartiere”, dove venivano prelevati in contanti. Il tutto sarebbe stato supportato da contabilità parallele predisposte da professionisti ritenuti compiacenti.



Recuperi fiscali per oltre 16 milioni di euro

La Guardia di Finanza, ottenuto il nulla osta dell’Autorità giudiziaria, ha esteso l’attività di polizia tributaria ai presunti gestori reali delle società coinvolte, avviando il recupero di:

  • 6 milioni di euro di base imponibile ai fini delle imposte dirette;

  • 10,6 milioni di euro ai fini IVA.



L’impegno costante nella lotta all’evasione

L’operazione conferma — sottolinea la Guardia di Finanza — il costante impegno nel contrasto all’evasione fiscale, fenomeno che altera la concorrenza, indebolisce la fiducia dei cittadini e sottrae risorse fondamentali per il sostegno alle fasce più deboli.


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