Dissesto 2019 a Belvedere, la corte dei conti condanna 10 ex amministratori, 2 assoluzioni
Aggiornamento: 30 nov 2024
Decisione della corte dei conti sul dissesto del comune di Belvedere Marittimo del 2019, condannati dieci ex amministratori e revisore, due assoluzioni
Belvedere Marittimo, 28 novembre 2024 – Dieci ex amministratori del comune di Belvedere Marittimo, anni 2010-2018, sono stati condannati al pagamento della sanzione pecuniaria dalla corte dei conti sezione giurisdizionale per la Calabria, presieduta dal giudice monocratico Sabrina Facciorusso per il dissesto generato nel 2019, oltre alle dieci condanne si contano anche due assoluzioni. In effetti, era stata la stessa procura a sostenere che gli amministratori avessero “contribuito con le proprie condotte gravemente colpose al verificarsi del dissesto finanziario” e, da tali considerazioni, era nata la richiesta dell'applicazione delle sanzioni pecuniarie, in qualche modo confermata per alcuni indagati. La scure della procura regionale della corte dei conti è caduta, dunque, sul comune di Belvedere Marittimo, e la lente di ingrandimento è finita sulla delibera del consiglio comunale del 30 ottobre 2019. In quel documento veniva dichiarato il dissesto allegando la relazione del responsabile del servizio economico e finanziario datata 22 ottobre 2019 e con il parere dell'organo dei revisori del 23 ottobre.
Le condanne
Alla luce della decisione della corte dei conti, la cifra più alta da versare è quella dell'ex sindaco Enrico Granata, pari a 68.522,76 euro, con un aumento rispetto alle richieste del procuratore di circa 18mila euro. L'ex assessore Vincenzo Spinelli, invece dovrà versare 17.788,65 euro; Francesca Impieri, attuale vicesindaca della giunta Cascini, ma presente anche nell'amministrazione Granata in qualità di assessore, è stata condannata al pagamento di 10.673,70 euro. Seguono cifre minori: per il revisore dei conti Giuseppe Longo, di Crotone, 9.820 euro; per l'ex assessore Giuseppe Filicetti, 5.928,85; per l'ex assessore Vincenzo Cristofaro 5.928,85; per l'ex assessore Carlo Cesareo 5.928,85; per Maria Rachele Filicetti, attuale presidente del consiglio comunale, e componente dell'amministrazione Granata, 5.336,80; per l'ex assessore Marco Liporace 5.336,80; e, infine, per l'ex assessore Mario D’Aprile: 3.294,40 euro.
Sanzioni pecuniarie nella misura ridotta
Il giudice monocratico Facciorusso ha poi assegnato il termine di quaranta giorni dalla notificazione del decreto per il pagamento immediato delle sanzioni pecuniarie nella misura ridotta, pari al 30 per cento. Condannati anche i resistenti Granata, D’Aprile, Giuseppe Filicetti, Spinelli, Cristofaro, Cesareo, Impieri, Maria Rachele Filicetti, Liporace e Longo in solido al pagamento delle spese di giudizio in favore dell’erario. Per gli ex amministratori condannati, secondo il giudice monocratico, sussiste la responsabilità di colpa grave in relazione al dissesto finanziario del comune di Belvedere Marittimo.
Le assoluzioni
Sempre relativamente alla decisione del giudice monocratico c'è da aggiungere che vi sono anche due assoluzioni: l'ex assessore Ciriaco Campilongo che era stato chiamato a versare una cifra pari a circa 11mila euro, con le attuali spese poste a carico del comune; e assoluzione anche per Chiarina Filomena Turano, revisore dei conti di Crotone. L'ex sindaco Granata e l'ex assessore Spinelli sono stati ritenuti responsabili del dissesto sia per il primo che per il secondo mandato.
Il periodo preso in esame
I periodi in contestazione da parte della Procura sono relativi agli anni dal 2010 al 2014, e dal 2014 al 2018. Per quel che riguarda il primo mandato Granata, si legge: “è chiaro che gli amministratori del periodo hanno operato in una situazione già attenzionata dalla Sezione di controllo, che già nel 2012 si era pronunciata non stigmatizzando certo il loro operato, perché essi non erano ancora in carica all’epoca dei rendiconti in quella sede esaminati, ma che certamente li vincolava. Nel 2012 l’Ente era già deficitario, la Sezione di controllo lo aveva allertato sulla necessità di prestare attenzione. L’accertamento compiuto nel 2015 dalla stessa Sezione di controllo sull’esercizio 2013 dimostra che gli amministratori non hanno prestato sufficiente attenzione a questi aspetti, oltre ad avere tenuto tutte le condotte che inequivocabilmente hanno avuto un contributo causale al dissesto”.
La "colpa grave"
La corte dei conti spiega ancora che: “La colpa grave, intesa come grave negligenza, risiede precipuamente in questo: a fronte di specifici moniti della sezione controllo nel 2012, sapendo di amministrare un ente già parzialmente deficitario, la Giunta ha continuato ad aggravare tale situazione operando in violazione dei principi contabili laddove ha attinto a fondi vincolati e, esauriti quelli, ha attinto a continue anticipazioni. In luogo di porre fine alla gestione deficitaria, la Giunta ha “protratto l’agonia dell’Ente”, innegabilmente contribuendo al suo futuro dissesto”.
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