Operazione anti 'ndrangheta a Crotone: arresti e sequestri per oltre 1 milione di euro
- miocomune.tv

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Blitz contro la ‘ndrangheta a Crotone: arresti e sequestri nell’indagine della DDA
10 dicembre 2025
La Guardia di Finanza di Crotone ha eseguito all’alba del 10 dicembre una vasta operazione antimafia disposta dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, culminata con tre arresti e il sequestro di beni per un valore superiore al milione di euro. L’intervento, che ha coinvolto oltre trenta militari e unità cinofile, rappresenta una nuova tappa del percorso investigativo volto a contrastare le infiltrazioni della criminalità organizzata nell’economia del territorio.
L’indagine della DDA: tre misure cautelari e un maxi sequestro patrimoniale
Il provvedimento, firmato dal GIP di Catanzaro su richiesta della Procura distrettuale, ha portato all’esecuzione della custodia cautelare in carcere e degli arresti domiciliari nei confronti dei tre indagati, ritenuti collegati a un’articolata struttura ‘ndranghetista attiva nella provincia di Crotone e con diramazioni in altre aree della Calabria e d’Italia.
Le accuse, a vario titolo, comprendono associazione mafiosa (art. 416-bis), trasferimento fraudolento di valori, estorsione e illecita concorrenza con minaccia o violenza, tutte aggravate dall’elemento mafioso. Parallelamente è stato disposto un sequestro preventivo finalizzato alla confisca, mirato a colpire beni e disponibilità non giustificabili rispetto al reddito dichiarato.
‘ndrangheta Crotone: interessi nel food & beverage e uso di prestanome
Secondo gli inquirenti, il gruppo avrebbe consolidato il proprio potere economico attraverso una fitta rete di attività nel settore del food & beverage, soprattutto in esercizi commerciali situati sul lungomare crotonese. Le indagini hanno documentato l’utilizzo di società di comodo, prestanome e stratagemmi societari ideati per eludere la normativa sulla prevenzione patrimoniale.
La struttura criminale avrebbe inoltre esercitato pressioni e comportamenti intimidatori volti a mantenere un controllo quasi monopolistico del comparto, ostacolando la libera concorrenza con modalità tipicamente mafiose. L’operazione ribadisce il ruolo della Guardia di Finanza nel contrasto ai fenomeni mafiosi e nel presidio della legalità economico-finanziaria del territorio.
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