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Sul fiume Lao, la tragedia: trovato il corpo della studentessa Galatà. Un precedente nel 2008 🖥

Aggiornamento: 1 giu 2023

Aperta un'inchiesta da parte della Procura di Castrovillari su quanto accaduto nel fiume Lao



LAINO BORGO – 31 mag. 23 – Una immensa tragedia. Man mano che le ore passavano le speranze di ritrovare in vita la giovane studentessa di Cinquefondi si assottigliavano. La Procura della Repubblica di Castrovillari ha aperto un'inchiesta per accertare eventuali responsabilità nella scomparsa di Denise Galatà, la diciannovenne dispersa dopo essere finita nel fiume Lao, a Laino Borgo, mentre faceva rafting con un gruppo di compagni di scuola.

IL RECUPERO

A bordo di un gommone i soccorritori acquatici dei vigili del fuoco hanno individuato e recuperato il corpo senza vita della giovane dispersa dal primo pomeriggio di ieri, 30 maggio, nel fiume Lao, durante una escursione di rafting.

L’area di ricerca, particolarmente impervia, era stata individuata nella mattina di oggi, dopo una ricerca ininterrotta da ieri al momento della scomparsa.

IL VIDEO DEL RECUPERO



LA TESTIMONIANZA

«Erano circa le 14. 30 – ha raccontato una compagna di scuola di Denise rientrata a Polistena all’alba – quando siamo saliti sugli otto gommoni per fare il percorso di rafting su quel fiume». Il fiume Lao scorre tutto sommato tranquillo, ma non nasconde le proprie insidie, soprattutto in periodi di maggior piena, e in alcuni tratti, prevalentemente a monte di Papasidero. Fatale sarebbe stato lo scontro fra gommoni, ma, forse, anche l'impatto con una roccia al momento della caduta in acqua.

LA PROCURA APRE UN FASCICOLO

Sarà l'autopsia a fornire maggiori certezze a quelle che, al momento, restano solo delle ipotesi, basate anche su quei momenti di panico in cui alcuni degli studenti sono finiti in acqua. Il sostituto procuratore di turno, Simona Manera, ha delegato le indagini ai carabinieri della Compagnia di Cassano allo Ionio, che hanno avviato l'attività investigativa. Sono stati sentiti gli studenti e gli insegnanti che si trovavano insieme alla giovane nel momento in cui é finita in acqua. Il primo segnale della tragedia che si stava per consumare è stato il ritrovamento del caschetto protettivo. Quello che le guide dello sport sul fiume consegnano insieme ai giubbotti salvagente.


LE DISCESE SUL LAO

Prima dell'attività di rafting sul fiume avviene sempre un briefing, una riunione per indicare i principali comportamenti nel corso della navigazione. Non si usano i cellulari che vengono tassativamente consegnati. Si spiegano i modi per tenersi ancorati ai gommoni. Si raccontano le norme di comportamento in caso di caduta in acqua. Ma, qui, qualcosa deve essere andato storto. Forse la ragazza sin da subito non ha avuto la possibilità di reagire e di mettersi in posizione per raggiungere un'ansa del fiume più tranquilla. Ieri sera erano arrivati sul posto i genitori della giovane studentessa che frequentava il liceo statale di Polistena.

LE REAZIONI

“La Calabria è in lutto”. È la prima reazione commossa del presidente della Regione Roberto Occhiuto. Le indagini adesso puntano a verificare se le condizioni meteo e del fiume erano compatibili con la gita all'interno del fiume ed anche il numero delle persone su ogni gommone, se tale misura risponde ai canoni della sicurezza.

Il ministro dell'Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha chiesto all'Ufficio scolastico regionale della Calabria di avviare un'ispezione sulle condizioni organizzative e le misure di sicurezza adottate durante la gita. E ha espresso poi il suo cordoglio "ai genitori di Denise Galatà e alla comunità scolastica per questa tragedia".



IL PRECEDENTE

PAPASIDERO – Era il 24 marzo del 2008, un'altra giornata nera e di tragedia lungo il fiume Lao. Ilaria Malerba, 24 anni, di Terlizzi di Bari, faceva parte di una comitiva di giovani giunta dalla Puglia e che aveva trovato alloggio a Mormanno. Per la Pasquetta, avevano prenotato la discesa con il gommone, il rafting, sul fiume Lao. In quella occasione, le proibitive condizioni, la pioggia eccessiva e persino una grandinata nella tarda mattinata avevano indotto alcune compagnie, per sicurezza, a rinviare la discesa del fiume Lao e ad annullare quindi le prenotazioni. Il gruppo di pugliesi aveva invece deciso di scendere e di effettuare il percorso che viene definito di media difficoltà. Ne esistono in tutto tre a vari costi. Il più difficile inizia dalla parte più alta del fiume Lao ed ha una durata di diverse ore; il medio è quello percorso dalla comitiva. Si parte dal territorio di Papasidero fino ad arrivare ad Orsomarso nella parte dove il letto è più largo; il più semplice, dedicato anche ai più giovani, è nella parte più tranquilla del corso d’acqua; nei mesi estivi lo fanno anche i ragazzi. In località “Pirato”, nel comune di Papasidero, nei pressi del ponte di legno, all’altezza della Grotta del Romito, il gommone, con sei persone a bordo, tutte dotate di casco protettivo, muta da tre centimetri, giubbetto di sicurezza, si era inalberato nella zona del grande masso. Un punto di particolare difficoltà, dove spesso e volentieri fanno esercitazione anche i vigili del fuoco del Saf, il soccorso alpino fluviale. Il masso, era venuto giù negli anni precedenti ed aveva creato un impedimento naturale al passaggio, soprattutto in estate, quando l’acqua è più bassa. Una sorta di mulinello che si forma in quel punto potrebbe aver fatto inalberare il gommone che si era capovolto. All’appello non aveva risposto Ilaria Malerba, che forse già priva di vita aveva cominciato la sua discesa verso il mare. In quel triste giorno del 2008 era stato un canoista, verso le 16.30 a recuperare il corpo in un’ansa del fiume, ancorato ad un grosso ramo.





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