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Sparatoria a Diamante, il giudice dispone il giudizio immediato per gli indagati

Fissato per il prossimo 12 ottobre il giudizio immediato per la sparatoria alla pasticceria Perugino



DIAMANTE – 31 lug. 22 - Si va in tribunale per la sparatoria del 4 febbraio scorso alla pasticceria il “perugino” sul lungomare di Diamante. Il Gip del Tribunale di Paola, Federica Altamura, su richiesta del pubblico ministero, Rossana Esposito, ha fissato, per il prossimo 12 ottobre, al tribunale penale collegiale di Paola, il giudizio immediato nei confronti di Mattia De Rose, 28 anni, Massimo De Rose, 31 anni, e Alessandro De Rose, 35 anni. I tre giovani diamantesi, sono imputati di concorso in tentato omicidio aggravato ai danni di Stefano Perugino e Gianluca Perugino, padre e figlio. Sono attualmente ancora sottoposti alla misura cautelare della custodia in carcere, e risultano difesi, rispettivamente, dagli avvocati Cristian Cristiano, Ugo Le Donne e Francesco Santelli, tutti del Foro di Cosenza. Le persone offese, Stefano e Gianluca Perugino, sono difese dagli avvocati Francesco Liserre e Luigi Crusco del Foro di Paola e, hanno annunciato che si costituiranno parte civile nel processo che si aprirà ad ottobre, con il patrocinio dei rispettivi difensori.



Si apprende inoltre, che dal decreto che ha disposto il giudizio immediato, emerge un dato inequivocabile inerente alla formale estromissione, dal novero degli imputati, di Gianluca Perugino. Il giovane, inizialmente, era stato iscritto nel registro degli indagati come mero atto dovuto. Bisognerà attendere ancora le successive determinazioni degli imputati che potrebbero definire, la loro posizione processuale, con l’eventuale richiesta di rito alternativo. Gli imputati, sono accusati “in concorso morale materiale tra loro” di tentato omicidio. Secondo l'imputazione sono entrati all'interno del bar Perugino esplodendo cinque colpi d'arma da fuoco, diretti ai due proprietari. Due di questi colpi sono finiti nella spalla sinistra di Stefano Perugino e negli indumenti indossati da Gianluca Perugino, all'altezza del torace. Secondo l'accusa, colpi “diretti in modo non equivoco a cagionare la morte delle persone offese, evento non verificatosi per cause indipendenti dalla loro volontà. Con l'aggravante di aver agito per futili motivi ovvero a seguito di alcune schermaglie intercorse tra i tre e Gianluca Perugino”. C'è anche la contestazione di aver portato in luogo pubblico un revolver, arma comune da sparo. Gli imputati sono stati “preventivamente interrogati sui fatti” il 7 e l'8 febbraio scorsi dai Gip di Paola e di Cosenza.



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