Praia a Mare, caso Sebillo: disposta l'archiviazione dopo due anni di camera di consiglio
Praia a Mare, caso Sebillo, il giovane scomparso in mare nel 2003, disposta l'archiviazione. Due anni di camera di consiglio. L'intervento dell'avvocato della famiglia, Francesco Liserre
PRAIA A MARE – Il caso della scomparsa in mare di Luigi Sebillo archiviato, a distanza di due anni di una lunga camera di consiglio. L’avvocato della famiglia, Francesco Liserre, ha già annunciato la presentazione dell’ennesimo esposto agli organi competenti per sollecitare la quinta riapertura del caso. Una vicenda che è entrata anche nella cronaca nazionale.
Sono più di 24mila persone scomparse in Italia, inserite nell'elenco di chi non è stato mai più ritrovato. Il 23 febbraio di quest'anno, sono trascorsi venti lunghi anni, dalla scomparsa di Luigi Sebillo (Leggi l'articolo) ; il 23 febbraio del 2003, ancora 16enne, era finito in mare, nelle acque del Tirreno, vicino all'isola Dino. Spirava un forte vento di Levante e l'imbarcazione veniva spinta al largo. Dallo scorso 17 settembre del 2021, si era in attesa della decisione in camera di consiglio sull'opposizione alla richiesta di archiviazione.
Adesso è lo stesso avvocato Liserre ad intervenire sottolineando: “Dopo cinque anni dalla riapertura del caso riferito alla misteriosa scomparsa del giovane Luigi Sebillo, avvenuta in Praia a Mare il 23 febbraio 2003, allorquando il ragazzo aveva poco più di sedici anni, il Gip di Paola, a seguito di una camera di consiglio durata ben due anni, ha disposto l’ennesima archiviazione del caso”. L’avvocato penalista Francesco Liserre, da circa vent’anni, sta combattendo, insieme ai genitori di Luigi Sebillo, una battaglia giudiziaria particolarmente difficile e logorante, che però viene ritenuta “non impossibile, sperando di trovare – commenta il legale - prima o poi, nella pervicace ricerca di una Verità finora inspiegabilmente negata, quell’invocato Giudice a Berlino”. Ora, sui tempi “tecnici” c'è anche l'amaro commento dell'avvocato Francesco Liserre che scrive: “E’ assolutamente inescusabile e inumano lo straziante stillicidio di un tanto atteso provvedimento giudiziario che giunga, a scioglimento di una riserva adottata in camera di consiglio, addirittura dopo due anni.
E’ un primato – afferma Liserre - probabilmente unico nel panorama della Giustizia, non solo italiana che, oltre ad annichilire le ineludibili garanzie del cittadino, costituzionalmente garantite, risulta inopinatamente sintomatico di un inaccettabile vulnus al rispetto della dignità umana. E’ abusato luogo comune quello di dire che i provvedimenti del Giudice vadano rispettati, anche se non condivisi. Un provvedimento del genere, al netto di farisaici infingimenti, prim’ancora che non condivisibile – afferma l'avvocato della famiglia Sebillo - risulta, altresì, difficile da rispettare, per il semplice fatto che, un’ordinanza di archiviazione, dal laconico contenuto, tra l’altro, squisitamente assertivo e congetturale, intervenuta dopo una camera di consiglio durata ben due anni, ha irrefutabilmente dimostrato la mancanza di rispetto della dignità e del dolore di due genitori che attendono, spasmodicamente, da vent’anni, una parola di verità e di giustizia sulla tragica scomparsa del loro figlio, ancora avvolta dalla nebulosa coltre di ambiguità e assordanti silenzi.
In particolare, nell’ordinanza di archiviazione, per quanto concerne la richiesta dello svolgimento di attività suppletiva di natura investigativa, richiesta a pena di inammissibilità, ad avviso del Giudice – ricorda l'avvocato Liserre - 'non si ravvisano presupposti e utilità, trattandosi invero di attività di tipo esplorativo inidonea ad apportare elementi conoscitivi'. - E l'avvocato conclude -: “Orbene, il dato puramente illativo del richiamato provvedimento si sostanzia nell’ineffabile asserto in virtù del quale il procedimento vada archiviato, non già per l’assenza dei presupposti di utili indagini richieste per accertare la verità, ma per il solo fatto che si tratti di attività di tipo 'esplorativo'”.