Paola, la città vista con gli occhi dello "straniero", il calciatore Oussama Essabr
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Paola, la città vista con gli occhi dello "straniero". Il calciatore Oussama Essabr 🖥

Aggiornamento: 30 lug 2023

Paola, la città vista con gli occhi dello "straniero", il calciatore Oussama Essabr parla a ruota libera


Paola, la città vista con gli occhi dello "straniero", il calciatore Oussama Essabr


PAOLA – 5 lug. 23 - La città vista con gli occhi dello “straniero”; di colui che dal nord arriva al sud dell'Italia per una serie di vicende. Oussama Essabr, 34 anni, originario del Marocco, piemontese, calciatore con esperienze in squadre di calcio nazionali come Juventus, Vicenza, Cosenza, Crotone ed altre. Nella sua esperienza calabrese ha anche un periodo trascorso, vissuto, sul Tirreno cosentino, a Paola.


A lui chiediamo, innanzitutto, un giudizio in termini di vivibilità della città, vista con gli occhi di un piemontese, quindi di una persona che viene da fuori e resta nella città tirrenica.

«La vivibilità di Paola, penso, sia eccezionale perché la qualità della vita è molto alta: mare, montagna, a distanza di pochissimi chilometri, e una varietà di cibo infinita. Un lungomare veramente ottimo. Mi sono sempre chiesto, insomma, quanto possa essere fortunato nel vivere in tutto questo contesto».



Paola, la città vista con gli occhi dello "straniero", il calciatore Oussama Essabr

Cosa cambieresti a Paola?

«Vorrei che la città fosse consapevole, al proprio interno, di essere una cittadina internazionale e di conseguenza, favorire un’apertura verso il mondo. La conoscono ovunque, per via dell’eredità lasciata da San Francesco di Paola. Cosa cambierei, quindi: auspicherei una sorta di apertura verso il mondo; ne consegue una maggiore apertura mentale; un’apertura culturale. E poi, lavorare tanto sull’accoglienza».


Ci sono sicuramente dei lati positivi che ti lasceranno il ricordo di questa città?

«Sì; vivere a Paola, per un piemontese, è veramente meraviglioso. Ti rendi conto, per esempio, che appena sveglio, ti affacci, davanti c’è il mare; ti giri dall'altra parte e c’è la montagna. Il contesto geografico è veramente bello. Poi, c'è una stazione che ti collega con il resto d’Italia. Insomma la città è veramente vivibile, da un punto di vista strategico, geografico e ambientale».


Hai, in qualche modo, anche vissuto da “spettatore” la vita politica della città. Che giudizio ti sei fatto?

«Non mi è mai capitato di stare tanto tempo in un luogo; quindi, di conseguenza, non ho mai avuto l’opportunità di poter vivere appieno la vita delle altre città. Qui, invece, ho avuto un impatto da “forestiero”. La vita politica, viene vissuta quasi come se fosse una questione nazionale; in realtà, io penso che, essendo un contesto piccolo, anche la questione politica dovrebbe comunque essere vissuta in una forma omogenea. Facendo tesoro delle varie contrapposizioni, nel senso di comunità. Io ho percepito poco il senso di comunità. Ci si conosce tutti e quindi dovrebbe essere molto più semplice, poi la la realizzazione dei progetti. Ho percepito come se ci fosse una polarizzazione notevole, fatto che mi ha molto sorpreso per per un contesto di una piccola cittadina».



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Un consiglio da “esterno” a chi gestisce la “cosa pubblica” di Paola?

«Un consiglio che potrei dare da esterno e: lavorare con i giovani. Creare le opportunità affinché sia i bambini, sia coloro che ultimano il percorso di studi, possano avere delle opportunità. Fare in modo, insomma, che i giovani, i cittadini di domani, si fermino nel loro contesto senza andare altrove. Il fatto contrario, invece, crea un impoverimento, una mediocrità a livello di risorse umane. Creare le potenzialità, che ci sono, affinché, soprattutto i ragazzi non vadano via e si fermino in questo territorio».


Se un tuo conoscente dovesse venire a vivere a Paola, cosa gli consiglieresti?

«Sicuramente, consiglierei di andare a vedere il Santuario. Un'esperienza meravigliosa e luogo mistico. Ti fa calare in una realtà che ti allontana da tutto il contesto; molto bella e per certi versi anche molto intima».



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