Ospedale di Praia a Mare, le tirate d'orecchio del Consiglio di Stato al commissario ad acta
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Ospedale di Praia a Mare, le tirate d'orecchio del Consiglio di Stato al commissario ad acta

Aggiornamento: 30 gen

Praia a Mare, ospedale: nell'ordinanza del Consiglio di Stato le tirate d'orecchio al commissario ad acta


Praia a Mare, nell'ordinanza del Consiglio di Stato le tirate d'orecchio al commissario ad acta

PRAIA A MARE – 20 gen. 24 - Tirate d'orecchio al commissario ad acta: sulla questione dell'ospedale di Praia a Mare, il consiglio di Stato, nell'ordinanza che rinvia la discussione a febbraio, bacchetta, il commissario ad acta. Come abbiamo già anticipato, chiede allo stesso commissario ad acta: “documentati chiarimenti, in relazione al profilo, sui vari punti controversi, con i quali si deduce che il provvedimento reclamato: ha soppresso la direzione di presidio ospedaliero, non programmando alcun incarico dirigenziale in tal senso e facendo quindi dipendere l'ospedale di Praia a Mare dallo Spoke Cetraro-Paola”. Incarichi dirigenziali non programmati e non previsti dal commissario ad acta.


 
 

“Ha ridotto il numero dei posti letto di degenza ordinaria della chirurgia generale da 20 a 14; ha previsto l'attivazione del reparto di pronto soccorso senza, tuttavia, prevedere il servizio di osservazione breve intensiva che, invece, era previsto come servizio assolutamente indispensabile dal cosiddetto decreto Sciabica”. E tante altre questioni da chiarire. Ma poi il Consiglio di Stato, nell'ordinanza evidenzia pure che “Tale omissione è particolarmente grave, se solo si considera che nel provvedimento del 16 agosto 2017 il commissario ad acta dott. Eugenio Sciabica” aveva espressamente previsto quanto segue: «(...) si ravvisa l'opportunità (e necessità) dell'immediata attivazione (almeno) di un O.B.I. (Osservazione Breve Intensiva) (e relativo numero di letti proporzionato al dato disponibile degli accessi ai Pronto soccorso di Cetraro e Paola) con il quale possono essere attuati rapidi percorsi diagnostici e terapeutici con risultati apprezzabili per il paziente e con il vantaggio di un risparmio economico per la sanità regionale rispetto ad un pari risultato ottenuto mediante il ricovero.


Tanto anche al fine di salvaguardare l'appropriatezza dei ricoveri, attraverso l'utilizzazione in forma concentrata nel tempo di appropriati strumenti diagnostici e terapeutici nel brevissimo tempo (...)». Nei medesimi termini il Commissario ad acta si era pronunciato nel provvedimento del 18 settembre 2017, nel quale aveva testualmente stabilito che «(...) la tipologia di presidio individuata prevede, di norma, un Pronto Soccorso con O.B.I. con personale dedicato e in numero di unità professionali idoneo (...)»”. Ma c'è di più, si chiedono chiarimenti sul perchè il commissario “ha disposto la soppressione del reparto di lungodegenza per la quale il precedente decreto Sciabica prevedeva 6 posti letto”; e ancora: “ha previsto solo 26 posti letto complessivi di degenza ordinaria per medicina generale ed emodialisi, mentre il decreto Sciabica ne prevedeva 34”. conclude l'ordinanza: “Al predetto adempimento il commissario ad acta dovrà provvedere entro venti giorni dalla notificazione o comunicazione in via amministrativa della presente ordinanza”.


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