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Ospedale di Praia a Mare, giustizia ancora lenta ...e le sentenze sono carta straccia

Aggiornamento: 18 lug

Ospedale di Praia a Mare, il consiglio di Stato dilata ancora i tempi in attesa della quinta sentenza


Ospedale di Praia a Mare, il consiglio di Stato dilata ancora i tempi in attesa della quinta sentenza

Praia a Mare, 12 luglio 2024 – I cittadini dell'alto Tirreno, in materia di sanità, continuano ad attendere le decisioni di una giustizia amministrativa imbrigliata su sé stessa, lenta e inconcludente e per l'ospedale di Praia a Mare le sentenze sono carta straccia. Lo ricordiamo, sulla riapertura dell'ospedale di Praia a Mare, in quanto tale le sentenze del consiglio di Stato, quindi definitive, sono ben quattro: 2014, 2015, 2017, 2022. Una quinta è attesa, ma a quanto pare c'è qualcuno che deve fornire indicazioni e documenti e fa orecchie da mercante prolungando i tempi.


La popolazione, in qualche modo, appare rassegnata al punto che non ha più la forza di protestare, di chiedere, nonostante vi siano le sentenze definitive del Consiglio di Stato, un ospedale per l'alto Tirreno. Da un po' di tempo, anni ormai, è attesa una ulteriore decisione. Ieri è arrivata l'ennesima ordinanza che in qualche modo fa rabbrividire sui tempi lunghi per tematiche che riguarderebbero la salute dei cittadini.

Il Consiglio di Stato ha disposto “gli incombenti istruttori”, insomma l'obbligo di presentare la documentazione richiesta. Il consiglio di Stato ha poi fissato l'ennesima udienza camerale di discussione del ricorso alla data del 19 settembre prossimo. Con gli auguri di una buona estate, afferma qualcuno, sperando che tutto vada per il meglio per turisti e residenti. Il ricorso del “lontano” 2023 è stato proposto dai comuni di Praia a Mare e di Tortora, rappresentati dall'avvocato Francesco Cristiani.


La parte avversa è, come è ormai noto, la presidenza del consiglio dei ministri ed il ministero della salute, l'azienda sanitaria provinciale di Cosenza, la Regione Calabria, il commissario ad acta per l'attuazione del piano di rientro sanitario. I comuni chiedono l'ottemperanza delle quattro sentenze del Consiglio di Stato. Nel frattempo, sono state emesse due ordinanze con la richiesta di documentazione rivolta, fra gli altri, anche al commissario ad acta. Tali ordinanze non sono state eseguite e permane “la necessità di chiarire”, da parte di chi ha adottato gli atti, “i punti controversi dei provvedimenti istruttori”. È il commissario ad acta che deve provvedere “all’incombente indicato nelle richiamate ordinanze entro il termine di trenta giorni dalla notificazione o comunicazione in via amministrativa della presente ordinanza”, scrive il Consiglio di Stato.


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