Omicidio Dimova: udienza rinviata, imputato vittima di pestaggio
L'imputato Andrea Renda, dopo il pestaggio in carcere non ha potuto presenziare all'udienza in programma in corte d'Assise a Cosenza. Rinvio ad ottobre
BELVEDERE – 17 lug. 21 - Udienza breve in Corte d'assise a Cosenza sull'omicidio della 55enne bulgara, Aneliya Dimova. Questa volta sono le particolari condizioni di salute dell'imputato, Andrea Renda, 32 anni, di Belvedere Marittimo, a far slittare la data dell'udienza al prossimo 1 ottobre. Il giovane imputato, difeso dall'avvocato Alberto Grimaldi, non può seguire l'udienza, a causa delle precarie condizioni fisiche. I medici, infatti, hanno deciso una prognosi di trenta giorni dopo l'episodio avvenuto in carcere, relativo al pestaggio del giovane belvederese. Renda ha bisogno di una serie di cure riabilitative per le gravi ferite riportate. Diverse fratture, problemi al setto nasale, costole fratturate. Tali precarie condizioni non avrebbero permesso all'imputato di poter seguire l'udienza di ieri.
Secondo quanto è emerso dalle indagini, sarebbero stati cinque i detenuti che avrebbero pestato in maniera grave il 32enne di Belvedere Marittimo, spalleggiati da altri carcerati. Sarebbe stato picchiato anche il padre, Francesco Renda, 66 anni, anch'egli in carcere per detenzione di armi e munizioni, intervenuto per difendere il figlio. Sul luogo era intervenuta la polizia penitenziaria, diretta dal commissario capo Soccorsa Irianni, coordinata dal nuovo direttore del penitenziario, Emilia Boccagna.
In Corte d'assise a Cosenza si cercano di chiarire i particolari relativi alla morte violenta di Anelya Dimova, la 55enne, bulgara, assassinata nella notte del 30 agosto dello scorso anno nella sua abitazione nel centro storico di Belvedere Marittimo. Giuseppe Andrea Renda, 32 anni, di Belvedere Marittimo, è ritenuto, sin dai giorni successivi all'omicidio, l'unico probabile responsabile del grave fatto di sangue. L'attività di indagine, dei carabinieri della compagnia di Scalea, è stata coordinata dalla Procura di Paola, con a capo il procuratore Pierpaolo Bruni. Il figlio della vittima del brutale omicidio, Ivan Dobri Dobbrey, parte civile, è assistito dall’avvocato Eugenio Greco del foro di Paola.