top of page

Omicidio Dimova: 22 anni di reclusione per Andrea Renda in corte d'Assise

  • Immagine del redattore: miocomune.tv
    miocomune.tv
  • 19 feb 2022
  • Tempo di lettura: 3 min

La corte non ha tenuto conto delle aggravanti dei futili motivi ed ha ridotto la pena per la scelta del rito. Motivazioni entro 90 giorni



BELVEDERE – 19 feb. 22 - Per la Corte d'Assise di Cosenza Andrea Renda, 33 anni, è il responsabile dell'omicidio di Aneliya Dimova, la donna di origini bulgare, di 55 anni, uccisa nella notte del 30 agosto 2020 a Belvedere Marittimo. Un delitto efferato, compiuto con una bottiglia di whisky utilizzata per massacrare la testa ed uccidere la vittima mentre si trovava nel suo letto, nell'abitazione del centro storico di Belvedere. Ieri, dopo tre ore circa di camera di consiglio, la Corte d'Assise ha letto il dispositivo con cui ha dichiarato la colpevolezza dell'imputato. Per i capi contestati, Andrea Renda è stato condannato alla pena di 22 anni di reclusione, ai quali vanno aggiunti tre anni di libertà vigilata da scontare a fine pena. L'imputato dovrà anche risarcire la parte civile, per una somma prevista di 25mila euro e dovrà provvedere al pagamento delle spese. E' il figlio della Dimova, Ivan Dobri Dobbrey, che si è costituito parte civile, assistito dall’avvocato Eugenio Greco del foro di Paola. Il giovane Andrea Renda è, invece, assistito dall'avvocato Alberto Grimaldi che, al termine della lettura della sentenza si è detto soddisfatto, in attesa di poter leggere le motivazioni che verranno depositate dalla corte entro i prossimi 90 giorni.


I 22 anni di reclusione sono il risultato dell'accoglimento integrale dell'istanza del difensore, avvocato Grimaldi, e di esclusione dell'aggravante contestata, i futili motivi. Si tratta, fa notare l'avvocato difensore dell'imputato, del ricalcolo della pena, con lo sconto previsto per il rito premiale, “cui l'imputato avrebbe potuto accedere ab origine in assenza dell'errata contestazione”. A parere dell'avvocato Grimaldi “sembra essere stato decisivo il rilievo mosso dalla difesa sulla mancata esistenza dell'aggravante, non essendovi alcuna prova sulla dinamica degli eventi all'interno dell'appartamento della povera vittima. Il tutto, ovviamente, con riserva di migliore valutazione all'esito del deposito della motivazione”. Nel corso della discussione in corte d'Assise, ieri, il pubblico ministero, Rossana Esposito, aveva chiesto l'ergastolo con isolamento diurno.


A tale richiesta si è associato anche l'avvocato di parte civile, Eugenio Greco. La difesa dell'imputato, con l'avvocato Alberto Grimaldi, ha chiesto, oltre alla valutazione della seminfermità dell'imputato, per come documentato nel corso delle udienze dal dottor Pantusa, con perizia prodotta in giudizio, anche, nell'ipotesi di riconoscimento della colpevolezza, l'esclusione dell'aggravante dei motivi abbietti e futili e, conseguentemente, lo sconto di pena previsto ove tale aggravante non fosse stata contestata, alla luce della richiesta di rito abbreviato formulata nei termini di legge, cui l'imputato avrebbe avuto diritto.

Anche l'avvocato di Parte civile, Eugenio Greco, ha commentato la decisione: “Mi aspettavo una sentenza giusta. Ma prima di qualsiasi commento, bisognerà attendere e capire le motivazioni che hanno portato alla decisione della Corte d'Assise che ha però applicato il massimo della pena per l'omicidio volontario, riconoscendo la colpevolezza piena dell'imputato”.


INDAGINI RAPIDE E PROCESSO CONCLUSO IN CIRCA UN ANNO E MEZZO


La vittima, Amelia Dimova

Le indagini sull'omicidio Dimova sono state rapide e precise. Le hanno sviluppate i carabinieri della compagnia di Scalea, all'epoca coordinati dal capitano Andrea Massari, con la collaborazione del Ris e dei militari della locale stazione di Belvedere Marittimo. L'attività è stata costantemente all'attenzione del Procuratore capo, della procura di Paola, Pierpaolo Bruni, e del sostituto Rossana Esposito. Nel giro di circa un anno e mezzo dall'omicidio, sono state svolte le indagini, è stato individuato il responsabile dell'omicidio ed è stata portata avanti l'attività dell'accusa fino alla sentenza di ieri. Una serie di passaggi che hanno consentito di rendere rapidi i tempi della giustizia. Nel corso dell'attività di indagine, come si ricorderà, sono stati rilevati i filmati della videosorveglianza che inchiodano l'imputato, recuperata la ricostruzione della rete agganciata dai cellulari ed effettuate mirate ricostruzioni nell'appartamento del centro storico di Belvedere Marittimo, fino a recuperare un pezzo di inferriata del balcone per recuperare le impronte dell'imputato.



Miocomune whatsapp
  • Pagina Facebook miocomune
  • miocomune
  • Youtube miocomune
  • Instagram miocomune
telegram miocomune

contatto mail: miocomune@gmail.com

Iscriviti ai nostri canali per essere sempre informato
Clicca sulle icone, andrai direttamente ai nostri social

  • Pagina Facebook miocomune
  • miocomune
  • Youtube miocomune
  • Instagram miocomune
  • LinkedIn
Telegram miocomune.tv
Segnalazioni e info
contatto mail: miocomune@gmail.com

Copyright © Miocomune. Tutti i diritti riservati. - quotidiano on line (Reg. inf. 01/2012, Trib. Paola)

bottom of page