Morì folgorato al cimitero: in Corte d'Appello tutti assolti
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Morì folgorato al cimitero: in Corte d'Appello tutti assolti

E' accaduto a Pietrapaola, nella fascia jonica cosentina, nel 2010. La Corte d'Appello ha ribaltato la sentenza di I grado, si procederà in Cassazione



PIETRAPAOLA – 29 ott. 21 - Non sono stati ritenuti responsabili della morte di un operaio, i titolari di una ditta che undici anni fa stava svolgendo dei lavori al cimitero di Pietrapaola. Il 3 giugno del 2010, un operaio moriva folgorato dai cavi dell'alta tensione della cabina elettrica del cimitero di Pietrapaola. La Corte di Appello di Catanzaro, sezione prima, ha assolto i titolari delle due ditte che stavano svolgendo i lavori. In quel tragico giorno, dopo aver parcheggiato l’autobetonpompa, per il getto del calcestruzzo per la costruzione di alcuni loculi, e dopo aver lasciato il braccio del mezzo vicino ai cavi ad alta tensione, il giovane era stato colpito da una forte scossa elettrica, nel momento in cui aveva attivato il telecomando del mezzo per muovere il braccio.


L'inchiesta aveva aperto un lungo processo. Inizialmente erano stati rinviati a giudizio, con l’accusa di omicidio colposo per violazione delle norme di sicurezza sul lavoro, i due titolari delle due ditte. Condannati in primo grado dal Tribunale di Castrovillari alla pena di anni due di reclusione, oltre al risarcimento delle danno in favore della costitute parti civili. La Corte di Appello di Catanzaro, ha accolto, invece, totalmente le istanze dei difensori degli imputati, rappresentati dagli avvocati: Giuseppe Zumpano, Araldo Parrotta, Vincenzo Paolo Sisto, Gianluigi Zicarelli, e dei responsabili civili: avvocato Luigi De Gaetano, per il Comune di Pietrapaola, e avvocato Annamaria Romeo per la Groupama Assicurazioni. E' stata totalmente riformata la sentenza di primo grado. La corte d'Appello ha assolto gli imputati perché il fatto non sussiste evidenziando che la condotta della povera vittima è risultata “anomala” e “abnorme” in quanto non si era attenuta alle istruzioni impartitegli, non sussistendo in tal caso alcuna responsabilità degli imputati. Avverso la sentenza di appello è stato proposto ricorso in Cassazione.



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