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In pieno centro con un fucile a canne mozze, la polizia di Reggio Calabria esegue due fermi

Aggiornamento: 6 giorni fa

A Reggio Calabria fermato dalla polizia un giovane che camminava in pieno centro con un fucile a canne mozze doveva regolare un presunto sgarbo ricevuto da un uomo


A Reggio Calabria fermato un giovane che camminava in pieno centro con un fucile a canne mozze doveva regolare un presunto sgarbo ricevuto da un uomo

Reggio Calabria, 13 novembre 2024 – Compariva in un filmato mentre camminava in centro a Reggio Calabria con un fucile a canne mozze, gli agenti della Polizia di Stato della Sezione Omicidi della Squadra Mobile di Reggio Calabria hanno eseguito il fermo di indiziato di delitto disposto dalla Procura della Repubblica nei confronti di un diciannovenne reggino gravemente indiziato di ricettazione, detenzione e porto di due fucili a canne mozze.

Le indagini della polizia

Le indagini scaturiscono da un episodio che ha visto protagonista il giovane indagato che, armato di fucile a canne mozze, era andato a cercare un uomo presso il suo luogo di lavoro con il chiaro intento di sparargli per un presunto sgarbo subito nei giorni precedenti.

Per la gravità della situazione, ed il pericolo che il ragazzo potesse far perdere le proprie tracce, l’Ufficio di Procura reggino ha rapidamente valutato il quadro indiziario delineato dagli investigatori della Squadra Mobile determinandosi per il provvedimento di fermo al fine di intervenire immediatamente sulla grave situazione di pericolo.

Altre armi in una abitazione

Contestualmente, i magistrati hanno disposto la perquisizione dell’abitazione di un altro soggetto individuato dai poliziotti quale possibile fornitore di altri armi al giovane fermato. La perquisizione si è conclusa con il rinvenimento di due pistole, una 9x21 e una cal. 22 con matricola alterata, e diverse munizioni ed il quarantanovenne, per tali motivi, è stato sottoposto a fermo d’iniziativa della polizia giudiziaria.

Entrambi i provvedimenti precautelari sono stati convalidati dal Gip che ha disposto per i due indagati la custodia in carcere come da richiesta del Pubblico Ministero che ha coordinato le indagini.



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