"Farma trash", truffa in farmacia: ai domiciliari il principale indagato
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"Farma trash", truffa in farmacia: ai domiciliari il principale indagato

Il tribunale del riesame ha accolto le richieste dell'avvocato Francesco Nicoletti, nell'interesse del dottor Cantafio



CORIGLIANO ROSSANO – 5 dic 22 - L'operazione denominata “Farma trash” fa registrare nuove decisioni, questa volta del tribunale del tribunale del Riesame a Catanzaro. In questo ambito è stata discussa l’istanza presentata dall’avvocato Francesco Nicoletti nell’interesse del dottor Sergio Cantafio, ritenuto promotore, organizzatore e partecipe della presunta associazione a delinquere, contestata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Castrovillari, oltre che di ulteriori 27 imputazioni per reati-fine, per aver in qualità di medico di base del Sservizio sanitario nazionale, “promosso e coordinato l’attività del gruppo criminale e per aver reperito i mezzi necessari alla realizzazione del programma criminoso”. Il professionista è coinvolto nell’operazione portata a termine lo scorso mese di novembre che ipotizza l’esistenza di un’associazione per delinquere finalizzata alla truffa aggravata ai danni del Servizio Sanitario Nazionale, compiuta mediante la redazione di false ricette mediche relative a costose specialità medicinali prescritte al solo scopo di percepire il relativo profitto grazie al totale rimborso delle spese da parte del Servizio Sanitario.



Il Gip, nella ordinanza di custodia cautelare in carcere, ha evidenziato la “particolare spregiudicatezza e capacità criminale” di Cantafio, “la dedizione alle truffe nei confronti del Servizio sanitario nazionale, “da decenni, anche in territori non appartenenti a questa giurisdizione, la capacità di coordinare, anche senza la propria presenza fisica, tutte le attività più rilevanti dell’associazione e di pianificare i successivi reati, nonché le strategie per superare i controlli e gli imprevisti avvenuti nel corso del tempo, la costante attenzione per l’espansione dei traffici illeciti, anche attraverso il reclutamento di nuovi farmacisti, l’emersa sussistenza di legami con l’estero tali da permettere la spedizione di farmaci fittiziamente prescritti, nonché la commissione di ulteriori rilevantissime truffe anche al di fuori del perimetro dell’associazione”.

Secondo la tesi accusatoria, il medico, con l’aiuto della moglie, avrebbe provveduto a redigere le prescrizioni di farmaci attribuendole a suoi pazienti ignari, recapitandole a titolari delle farmacie ritenuti compiacenti, i quali provvedevano a rifornirsi dei farmaci. Una volta ricevuti i prodotti, i farmacisti o i loro collaboratori avrebbero rimosso i bollini identificativi (c.d. “fustelle”) dalle scatole dei medicinali e li avrebbero applicati sulle false prescrizioni al fine di ottenere poi il rimborso da parte del Servizio sanitario nazionale. Il Tribunale del riesame di Catanzaro, in accoglimento della richiesta avanzata dall’avvocato Francesco Nicoletti, ha sostituito la massima misura del carcere con quella meno afflittiva degli arresti domiciliari per il dottor Cantafio.



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