Emergenza botulino a Diamante: 14 pazienti ricoverati, 6 in terapia intensiva
- miocomune.tv

- 10 ago
- Tempo di lettura: 3 min
Botulino a Diamante, crescono le scorte di antidoto all’ospedale di Cosenza. La Procura di Paola indaga su tre persone per omicidio colposo e commercio di alimenti nocivi

10 agosto 2025
DIAMANTE – L’emergenza botulino che ha colpito il Tirreno cosentino entra in una fase delicata ma sembra, almeno in parte, stabilizzarsi. Secondo gli ultimi bollettini diffusi dall’Azienda ospedaliera di Cosenza, sono 14 i pazienti attualmente ricoverati all’ospedale Annunziata: sei in Terapia Intensiva, tre in Pediatria e cinque nei reparti dell’area medica.
Quattro pazienti, precedentemente in rianimazione, sono stati dimessi nei reparti ordinari, ma restano sei le persone in terapia intensiva (cinque pazienti più un trasferito dalla Medicina).
Nuove scorte di antidoto a Cosenza
Le operazioni di rifornimento dell’antidoto proseguono senza sosta. Un elicottero del 118 ha trasportato tre nuove fiale di antitossina botulinica dal San Camillo di Roma a Zumpano. Attualmente, le scorte custodite nel reparto di rianimazione dell’Annunziata ammontano a cinque fiale, conservate a una temperatura compresa tra 2 e 8 gradi.
Complessivamente, sette fiale sono già state utilizzate per il trattamento dei pazienti, inclusi due dei quattro trasferiti dalla Terapia Intensiva.
Due vittime e indagini in corso
La vicenda ha già provocato due decessi:
Luigi Di Sarno, 52 anni, di Cercola (NA), deceduto mentre si recava a Napoli per una visita medica;
Tamara D’Acunto, 45 anni, di Diamante, per la quale si procederà all’estumulazione al fine di eseguire l’autopsia.
Le autopsie, fissate per martedì 12 agosto, saranno eseguite dalla dottoressa Isabella Aquila insieme a un team di specialisti dell’Azienda sanitaria di Catanzaro.
Secondo quanto reso noto dalla Procura di Paola, diretta dal consigliere Domenico Fiordalisi con il coordinamento del sostituto procuratore Maria Porcelli, tre persone risultano indagate per omicidio colposo, lesioni personali colpose e commercio di sostanze alimentari nocive.
Possibile origine della contaminazione
Dalle prime ricostruzioni, il consumo degli alimenti sospetti – panini con broccoli – sarebbe avvenuto tra domenica 3 e martedì 5 agosto. L’ambulante coinvolto, assistito dall’avvocato Francesco Liserre, ha dichiarato di aver conservato i barattoli di broccoli in frigo a fine giornata, ma di averli esposti aperti sul banco per attirare clienti.
Gli specialisti dovranno stabilire se queste modalità di conservazione abbiano potuto favorire la contaminazione da Clostridium botulinum.
L’attenzione resta alta
Gli esperti ricordano che i sintomi del botulismo possono manifestarsi dopo 18-36 ore, ma in alcuni casi fino a 8 giorni dal consumo dell’alimento contaminato. Le prossime ore saranno quindi cruciali per comprendere la reale portata dell’emergenza e completare la mappa dei contagi.
La Procura ha ribadito la massima priorità alla tutela della salute pubblica e la volontà di proseguire con indagini approfondite per individuare eventuali ulteriori responsabilità.
La solidarietà da Scalea
Il caso di botulino che ha scosso il comune di Diamante negli ultimi giorni continua a suscitare reazioni e manifestazioni di vicinanza. Dopo il tragico bilancio, con un decesso e diversi ricoveri ospedalieri, arriva anche il messaggio di solidarietà da parte del presidente del consiglio comunale di Scalea, Angelo Paravati.
«Un pensiero – scrive Paravati – a chi non c’è più e a chi lotta in un letto d’ospedale. Solidarietà alla città di Diamante e a tutti i diamantesi».
“Attenzione massima, ma senza allarmismi”
Nel suo intervento, Paravati sottolinea l’importanza di fare tesoro delle informazioni e dei protocolli diffusi dalle autorità sanitarie. «Abbiamo conosciuto meglio un nemico insidioso, che si nasconde nei cibi e spesso viene ignorato o sottovalutato. Dobbiamo prestare la massima attenzione, ma senza alimentare inutili paure».
Prevenzione e consapevolezza
Il presidente del consiglio comunale di Scalea ha infine ribadito come il rispetto scrupoloso delle norme igienico-sanitarie resti la miglior arma per prevenire simili rischi. «Ognuno di noi – conclude Paravati – può contribuire con responsabilità e buon senso».
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