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Sequestro beni nel vibonese: maxi operazione da 4,5 milioni contro la cosca Anello-Fruci

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  • 3 ore fa
  • Tempo di lettura: 2 min
sequestro beni nel vibonese


Sequestro beni della Guardia di finanza di Catanzaro nel vibonese, a Parghelia e Filadelfia: il provvedimento della DDA


24 novembre 2025



Un nuovo, importante colpo alla criminalità organizzata arriva dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, che ha coordinato una vasta operazione nel vibonese di sequestro beni; attività condotta dagli specialisti dello Scico e dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Catanzaro.I militari hanno eseguito un decreto di sequestro di prevenzione emesso dal Tribunale – Sezione Misure di Prevenzione, riguardante un ingente patrimonio riconducibile a due esponenti di vertice della cosca Anello-Fruci di Filadelfia (VV).

Il valore complessivo dei beni supera i 4,5 milioni di euro, includendo:

  • diversi appezzamenti di terreno,

  • capannoni e fabbricati,

  • una villa situata in un noto complesso residenziale a Parghelia,

  • un’impresa individuale con relativo patrimonio aziendale, composto da ulteriori terreni e locali deposito.



Sequestro beni nel vibonese dalla Dda di Catanzaro e pericolosità sociale qualificata

Secondo quanto riportato nella nota, i due soggetti coinvolti rientrano nella categoria della “pericolosità sociale qualificata”, come previsto dal d.lgs. 159/2011.Entrambi sono stati coinvolti nell’operazione “Imponimento” e condannati, anche in appello, per reati legati all’associazione mafiosa, estorsione e altre condotte criminali.

Uno dei due esponenti è inoltre destinatario di una condanna definitiva nell’ambito dell’inchiesta “Dedalo-Petrolmafie”, per una vicenda estorsiva aggravata dall’aver favorito la stessa cosca Anello-Fruci.




Sproporzione tra redditi e patrimonio: l’esito delle indagini economico-finanziarie

Il decreto di sequestro scaturisce da complesse investigazioni economico-patrimoniali, svolte dagli specialisti dello SCICO di Roma e dal GICO della Guardia di Finanza di Catanzaro.Le verifiche hanno evidenziato una marcata sproporzione tra il valore del patrimonio nella disponibilità dei due indagati e gli esigui redditi dichiarati, un elemento che ha rafforzato le ipotesi investigative e la proposta di applicazione delle misure di prevenzione.



Prossimi passaggi del procedimento di prevenzione

Il provvedimento è stato adottato ai sensi dell’art. 20 del d.lgs. 159/2011 e ora proseguirà il suo iter davanti al Tribunale di Catanzaro, nella fase di contraddittorio prevista per la verifica dei presupposti della confisca definitiva. Il procedimento è ancora in corso e rappresenta un ulteriore tassello nell’azione di contrasto della DDA contro i patrimoni illeciti della criminalità organizzata calabrese.



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