Botulino a Diamante: un morto e nove ricoverati, indagini in corso
- miocomune.tv

- 8 ago
- Tempo di lettura: 3 min
Botulino, sospetta intossicazione alimentare da Clostridium botulinum dopo il consumo di panini con cime di rape, indagato un venditore ambulante a Diamante

8 agosto 2025
DIAMANTE (Cosenza) – Cresce l’allarme per il sospetto focolaio di Clostridium botulinum, noto come botulino, a Diamante. Il bilancio provvisorio è grave: un morto e nove persone ricoverate, alcune in condizioni critiche.
La vittima è Luigi Di Sarno, 52 anni, originario di Napoli e frequentatore abituale dell’alto Tirreno cosentino. L’uomo ha accusato un malore nei pressi di Lagonegro (Potenza), mentre rientrava verso casa, ed è deceduto poco prima di arrivare all’ospedale San Giovanni.
I casi
Secondo le prime ricostruzioni, i casi sarebbero legati al consumo di panini con salsiccia e cime di rapa acquistati presso un food truck sul lungomare Glauco a Diamante. I sintomi riportati dai pazienti – vista annebbiata, nausea, vomito e difficoltà respiratorie – sono compatibili con l’intossicazione da botulino.
Tra i ricoverati all’ospedale Annunziata di Cosenza ci sono due diciassettenni e due donne di 40 anni, una residente a Belvedere Marittimo. Per i pazienti più gravi è stato necessario somministrare il siero antitossina botulinica, arrivato d’urgenza da Taranto e da Roma grazie a una staffetta del 118 e della Polizia.
Le indagini
Le indagini, coordinate dalla Procura di Paola con il procuratore Domenico Fiordalisi, sono condotte dai Carabinieri della Compagnia di Scalea. Nel registro degli indagati figura il venditore ambulante Giuseppe “Peppino” Santonocito, assistito dall'avvocato Francesco Liserre. L’Azienda sanitaria provinciale di Cosenza ha disposto il blocco sanitario dell’attività e il sequestro degli alimenti, inviati all’Istituto Superiore di Sanità per le analisi definitive.
Il sindaco di Diamante, Achille Ordine, invita alla calma: «Non vi è alcuna evidenza certa che colleghi l’attività alla presunta intossicazione».
Le autorità restano in attesa dei risultati di laboratorio per confermare la presenza del botulino e accertare il nesso tra i diversi casi segnalati.
L'indagato
Il venditore ambulante, Giuseppe “Peppino” Santonocito, è stato iscritto nel registro degli indagati con l’ipotesi di omicidio colposo, in relazione ai fatti accaduti è assistito dall'avvocato Francesco Liserre . L’ASP di Cosenza ha posto sotto sequestro i prodotti, inviandoli ai laboratori specializzati e all’Istituto Superiore di Sanità per le analisi.
Gli inquirenti indagano anche sulla provenienza delle verdure, che sarebbero state acquistate attraverso normali canali commerciali. Sotto la lente di ingrandimento le modalità di conservazione: una gestione non corretta, dopo l’apertura, potrebbe aver favorito lo sviluppo del batterio, ma al momento sono solo ipotesi. La conferma della diagnosi di botulino e il collegamento tra i vari casi arriveranno solo con i risultati ufficiali dell'istituto
superiore della sanità che si occupa direttamente delle verifiche.
L'antidoto
I pazienti hanno già ricevuto il siero antidoto. E' arrivato in ospedale a Cosenza in tempi strettissimi grazie alla staffetta organizzata dalla Polizia per recuperare le fiale presso la farmacia militare di Taranto. Si apprende che l'unità di terapia intensiva dell'Annunziata, diretta dal professor Andrea Bruni, è in contatto con 118 e Azienda Zero per organizzare l'approvvigionamento di altre 3 fiale di siero, una per l'ultima ricoverata e due da tenere di scorta per eventuali altri casi. L'antidoto proviene direttamente da Roma. L'ospedale è in attesa di ricevere dall'Istituto superiore di sanità, unico deputato a svolgere tali esami, l'esito delle analisi sui ricoverati. A quel punto, si avrà la certezza sulla diagnosi della presenza di botulino.
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