Atto intimidatorio all'ospedale di Cetraro: auto di un infermiere del 118 danneggiata
- miocomune.tv
- 5 ore fa
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Personale dell'ospedlae di Cetraro sotto attacco: escalation di violenza contro medici e operatori ancora un atto intimidatorio danneggiata l'auto di un infermiere

1 settembre 2025
La sanità calabrese torna nel mirino della criminalità, ancora un atto intimidatorio al personale dell'ospedale di Cetraro. Nella notte, davanti al presidio ospedaliero “Iannelli” di Cetraro, ignoti hanno danneggiato l’auto di un infermiere del 118 in servizio: il vetro lato passeggero di una Volkswagen T-Roc è stato frantumato e due pneumatici squarciati. Un atto intimidatorio che porta il segno della matrice mafiosa e che conferma l’escalation di violenza contro gli operatori sanitari.
Un’escalation che non si ferma
L’episodio di Cetraro si aggiunge a una sequenza inquietante: pochi giorni fa era stata presa di mira la dirigente biologa dell’ospedale di Paola, mentre nei mesi precedenti un’altra infermiera era stata vittima di atti simili. La denuncia dell’ultimo danneggiamento è stata presentata ai carabinieri, che hanno aperto le indagini.
«Siamo di fronte a una sequenza inquietante che non può più essere relegata a episodi isolati», ha dichiarato Robertino Serpa, dirigente della Uil Fpl.
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La voce dei sindacati: «Non basta più indignarsi»
I sindacati denunciano una situazione insostenibile. Robertino Serpa (Uil Fpl) ha ribadito: «Adesso basta. Abbiamo già lanciato appelli pubblici, ma nulla si muove. La Procura deve intervenire con decisione. La nostra solidarietà al collega è incondizionata».
Le parole del sindacalista riflettono la paura diffusa tra medici e infermieri, costretti a lavorare non solo con mezzi insufficienti, ma anche in un clima di costante insicurezza.
La sanità sotto attacco: simbolo della fragilità istituzionale
Gli atti intimidatori nella sanità calabrese non colpiscono solo i singoli operatori, ma l’intero sistema sanitario. Ogni aggressione incrina la fiducia tra cittadini e istituzioni e rafforza l’idea che lo Stato sia assente proprio nei luoghi più fragili.
Ospedali, ambulanze e presidi diventano così bersagli ideali per riaffermare la capacità di intimidazione delle cosche.
Emergenza sociale oltre che giudiziaria
Medici e infermieri chiedono maggiore protezione, videosorveglianza e una risposta corale da parte delle istituzioni. «Ogni turno significa vite da salvare – racconta un infermiere di Cetraro – ma non possiamo continuare a lavorare guardandoci le spalle». Il nuovo atto intimidatorio a Cetraro rappresenta un colpo al cuore della sanità calabrese. Non bastano più le parole di solidarietà: servono indagini rapide, strumenti di sicurezza e una presenza reale dello Stato.
Lasciare soli i professionisti della salute significa, di fatto, abbandonare un pezzo di territorio alla criminalità organizzata.
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