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Scalea, assolto un uomo accusato di truffa sul reddito di cittadinanza

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  • 4 lug
  • Tempo di lettura: 2 min

Scalea, presunta truffa sul reddito di cittadinanza, il Tribunale di Paola ha riconosciuto l’insussistenza del fatto: decisiva la difesa dell’avvocato Crusco

Scalea assoluzione reddito cittadinanza

Scalea, 4 luglio 2025 – Ancora un’assoluzione per una vicenda legata al reddito di cittadinanza. Dopo il recente caso di Grisolia, è il Tribunale di Paola a pronunciarsi su un episodio analogo che ha coinvolto un uomo di 41 anni residente a Scalea, identificato con le iniziali R.A., finito sotto processo con l’accusa di aver percepito indebitamente il reddito di cittadinanza nonostante avesse iniziato una nuova attività lavorativa.



L’uomo, già noto alle forze dell’ordine, era stato difeso dall’avvocato penalista Antonio Crusco, che ha presentato una dettagliata memoria difensiva ottenendo la piena assoluzione del proprio assistito. Il caso trae origine da un’indagine campione condotta dalla Guardia di Finanza, nell’ambito delle attività di controllo sugli illeciti riguardanti il reddito di cittadinanza.

Secondo l’accusa, R.A. avrebbe omesso di comunicare all’Inps l’avvio della nuova attività lavorativa, violando quanto previsto dalla normativa vigente in materia di reddito di cittadinanza. In particolare, l’uomo era accusato di non aver aggiornato il proprio modello Reddito di cittadinanza (Rdc) in seguito alla variazione reddituale.



Durante il processo, la Procura della Repubblica di Paola aveva chiesto la condanna del 41enne, basandosi sulle risultanze investigative raccolte dalle Fiamme Gialle. Tuttavia, è stata decisiva la linea difensiva dell’avvocato Crusco, che ha sollevato rilievi di diritto penale e chiesto l’assoluzione “perché il fatto non sussiste”.

Il giudice ha accolto in pieno la tesi della difesa, assolvendo R.A. con formula piena e sancendo la chiusura definitiva del procedimento a suo carico. La sentenza, depositata nei giorni scorsi, ribadisce l’infondatezza delle accuse, facendo eco a quella emessa di recente in favore di un altro cittadino coinvolto in un caso simile a Grisolia.

Questo nuovo esito positivo rafforza il filone giurisprudenziale che, in casi simili, tende a riconoscere l’assenza degli estremi per la truffa ai danni dello Stato, almeno in presenza di elementi oggettivi che smentiscono la volontà fraudolenta del beneficiario del reddito di cittadinanza.


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