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"Amici in comune": nessuna richiesta, al momento dai legali del sindaco di Praia Praticò

Gli avvocati di fiducia, Cristiani e Massa preferiscono approfondire lo studio delle contestazioni, prima di fare ulteriori passaggi


PRAIA A MARE – 28 mag. 21 - La scelta di un iter basato sulla profonda conoscenza del materiale di indagine. Per il sindaco di Praia a Mare, Antonio Praticò, sottoposto ancora alla misura degli arresti domiciliari, nell'ambito dell'operazione denominata “Amici in comune” portata a compimento dalla Guardia di finanza, la linea difensiva è quella di approfondire il più possibile gli argomenti posti nell'ampia documentazione sulla scrivania del Gip della procura di Paola. Gli avvocati Francesco Cristiani e Federico Massa, non hanno prodotto alcuna richiesta di attenuazione della misura cautelare; nessuna istanza, per il momento, al Tribunale del riesame di Catanzaro. Secondo quanto ha confermato l'avvocato Francesco Cristiani, la linea è quella di studiare attentamente “il compendio importante di documenti”.



Cercare fra le pieghe tutte le valutazioni che possano suffragare le tesi dei legali di fiducia e dello stesso sindaco di Praia a Mare che ben conosce le procedure di Gara. Per il momento, quindi la misura cautelare resta quella iniziale, cioè gli arresti domiciliari. Sulla scelta della misura cautelare applicata, per il giudice, bisognava tener conto “dell'intensità delle esigenze cautelari, avuto riguardo alla posizione dallo stesso (il sindaco Praticò) rivestita all'Interno dell'amministrazione comunale e della disinvoltura con cui lo stesso”, si legge agli atti, avrebbe “fatto uso, congiuntamente, di ascendenze, poteri e funzioni esercitate in ragione dì detto ruolo per sponsorizzare e favorire soggetti graditi”. L'applicazione della misura cautelare per “recidere – si legge ancora - la possibilità di interferenza da parte di quest'ultimo, tanto in forma diretta quanto in forma indiretta, nel contesto pubblico e sociale dì riferimento; misura che, tenuto conto del principio del minimo mezzo cautelare e della condizione di incensuratezza dello stesso, deve individuarsi nella misura cautelare degli arresti domiciliari, con divieto di comunicare con qualsiasi mezzo con persone diverse da quelle che con lui coabitano o che lo assistono”.

Al sindaco viene contestato, fra l'altro, il coinvolgimento, nella sua qualità di primo cittadino: “in plurime ipotesi di reato oggetto del procedimento, nell'ambìto delle quali – si legge - lo stesso ha manifestato una netta propensione a gestire la funzione pubblica a solo vantaggio di una ristretta cerchia di persone a lui vicine e particolarmente gradite, nonché un atteggiamento teso ad inquinare i concorsi indetti dal Comune in relazione alla individuazione dei soggetti cui assegnare i posti di lavoro (di particolare rilievo la vicenda relativa al concorso per operaio, laddove è lui stesso a consegnare le domande al vincitore e pianificare i candidati da collocare al primo e al secondo posto, tenuto anche conto delle sponsorizzazioni della amica)”.



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