"Amici in comune" il caso da chiarire sull'affidamento del bar ristorante di proprietà comunale
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"Amici in comune" il caso da chiarire sull'affidamento del bar ristorante di proprietà comunale

Una delle gare inserite nell'indagine denominata "Amici in comune", riguarda la struttura di proprietà comunale in zona Fiuzzi


PRAIA A MARE – 22 mag. 21 - Fra le vicende contestate a vario titolo agli indagati nell'operazione denominata “Amici in comune” emerge quella relativa all'affidamento in locazione a fini commerciali dell’immobile di proprietà comunale in località Fiuzzi di Praia a Mare, adibito a bar, ristorante, campi da tennis e area annessa. In questo caso, la vicenda esce allo scoperto in seguito ad una denuncia. Secondo quanto viene ipotizzato: il tecnico Giovanni Argirò, nella qualità di responsabile della Centrale unica di committenza dei Comuni di Praia a Mare, Diamante e Belvedere, nonché di Responsabile dell’ufficio tecnico del comune di Praia a Mare, di responsabile Unico del Procedimento e di Responsabile della procedura di gara relativa e Presidente di Commissione, avrebbe inserito nel relativo bando di gara al punto 10) una clausola “l'immobile sarà consegnato nello stato di fatto in cui si trova, con mobili, attrezzature, impianti ad uso bar- ristorazione.



Dato atto che sono di proprietà del gestore uscente e che gli stessi sono stati oggetto di stima commerciale delle attrezzature redatta il 7 marzo 2018, l'aggiudicatario, quindi, prima e/o comunque al momento della stipula del contratto, corrisponderà allo stesso gestore uscente, il relativo importo corrispondente alla stima commerciale delle attrezzature. Tale previsione, per come evidenziato dal denunciante, imponeva un obbligo di acquisto di rilevante importo (pari a 98.000 euro) a favore di un soggetto privato, della ditta uscente, “così allontanando gli altri offerenti”, tra i quali lo stesso protagonista della denuncia, quale precedente gestore dei campi da tennis e favorendo, di fatto, la ditta, già proprietaria dei beni, che effettivamente partecipava da sola al bando e si aggiudicava la gara con un rialzo minimo pari all’1%. Il denunciante avrebbe anche prodotto agli atti una consulenza dalla quale emergerebbe che il valore dei beni mobili, attrezzature, impianti ad uso bar- ristorazione sarebbe stato ampiamente sovrastimato. Sarebbe successivamente emerso che nell'elenco comparivano utensili, attrezzature e mobilio privi di qualsiasi riferimento alla marca, alle caratteristiche, alle misure, al materiale e, soprattutto al prezzo/valutazione dei singoli oggetti. Sarebbe emerso, ancora, che “l'obbligo di corresponsione al gestore uscente da parte dell'aggiudicatario di 98.000 euro” avrebbe avuto “l'effetto di limitare la platea dei potenziali partecipanti. In particolare – si legge - la previsione di un versamento di 98.000 euro nei confronti del precedente gestore, avvantaggia quest’ultimo in caso questi partecipi alla gara (come in effetti è stato) poiché si troverebbe a dover corrispondere soltanto il canone d’affitto.



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