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Tortora, agguato a Prisco: la ricostruzione di quanto accaduto nella notte del 17 febbraio

La sequenza dei fatti contenuta anche nelle riprese di telecamere di videosorveglianza



TORTORA – 17 mar. 23 - La ricostruzione dell'agguato dello scorso 17 febbraio. Come è noto sono destinatari di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere tre persone: Angelo Lentini, 43 anni, di Scalea; di Michele Tufano, 40 anni, originario di Ottaviano (Napoli) residente a Tortora, e Jonathan Russo anch'egli 40enne di Scalea. Viene contestato l'articolo 575, omicidio doloso, perché, in concorso tra di loro, avrebbero causato la morte di Francesco Prisco. Angelo Lentini è assistito dall'avvocato Giuseppe Pizzimenti, mentre gli altri due indagati sono assistiti dall'avvocato Giuseppe Bello.

L'allarme è stato lanciato da alcuni cittadini che in piena notte, intorno alle 2.30, hanno udito gli spari ed hanno chiamato al numero di pronto emergenza dei carabinieri della compagnia di Scalea per segnalare la particolare situazione. In via Ruggiero Pucci, a Tortora, i militari, come è noto avevano trovato, la vittima, Francesco Prisco, sorretto da un amico, colpito in vari punti del corpo e dolorante. Sul posto, anche due ambulanze con il personale medico che aveva prestato il primo soccorso al giovane 32enne, trasportato, dapprima al pronto soccorso dell'ospedale di Praia a Mare, e poi, vista la gravità della situazione, trasferito all'ospedale dell'Annunziata di Cosenza. Inizialmente si riteneva che Prisco potesse riuscire a superare il grave momento. Invece, poi le condizioni di salute sono andate via via peggiorando fino al decesso avvenuto nella mattinata del 27 febbraio scorso.



E' convinzione di tanti cittadini che, nel frattempo, la stessa vittima potrebbe aver fornito indicazioni preziose per l'identificazione dei presunti autori del delitto. Una vicenda che, come è ormai noto, sarebbe collegata alle piazze di spaccio e al consumo di sostanze stupefacenti. Forse, quindi, un'azione dimostrativa su chi “detta le regole” conclusasi con l'agguato: diversi colpi dì arma da fuoco, forse da un fucile da caccia calibro 12, esplosi verso la vittima che hanno colpito diverse parti del corpo. I medici avrebbero riscontrato ferite d'arma da fuoco al torace, al polso sinistro e all'arto superiore destro; anche due fratture, una delle quali al femore. Il decesso sarebbe avvenuto per le ferite multiple da arma da fuoco riportate. I tre, indagati, a bordo di una Lancia Y avrebbero seguito una persona che avrebbe dovuto consegnare a Prisco, si presume, della sostanza stupefacente. E quella notte alcuni testimoni avrebbero sentito dei forti colpi e poi i lamenti di una persona che chiedeva aiuto. Momenti concitati, fino all'arrivo dei carabinieri e dei soccorsi.



LE SEQUENZE DI IMMAGINI

La presenza di telecamere di videosorveglianza avrebbe fornito utili indicazioni agli investigatori che hanno potuto ricostruire le fasi dell'agguato della notte del 17 febbraio scorso. Intorno alle 2.25 della notte, si noterebbe la presenza della vittima davanti all'ingresso dello stabile della sua abitazione. Prisco sarebbe rimasto su quel posto per qualche istante. Successivamente si sarebbe intrattenuto in una conversazione con i passeggeri di un veicolo. Qualche minuto dopo, sarebbe giunta la Lancia Y, di colore grigio, che si sarebbe fermata a pochi metri dal giovane tortorese. Alla vista della Lancia Y, Prisco, probabilmente dopo aver riconosciuto gli occupanti, avrebbe cercato di allontanarsi correndo via e presumibilmente sarebbe stato colpito da un primo colpo d'arma da fuoco, al braccio sinistro.