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Sentenza processo “Parco Roma” a Scalea: 95 anni di condanne, due assoluzioni

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  • 12 ore fa
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Processo "Parco Roma" abbreviato a Catanzaro, la sentenza: pene aumentate e assoluzioni, narcotraffico tra la Campania, Scalea ed il Tirreno cosentino


Gup Catanzaro pronuncia la sentenza “Parco Roma” a Scalea

Scalea, 10 maggio 2025 – Novanta anni e sei mesi: è il cumulo delle pene richieste dal pubblico ministero per i dieci imputati nel processo che si svolge con il rito abbreviato davanti al Gup distrettuale di Catanzaro e denominato convenzionalmente “Parco Roma” con riferimento ad un condominio nella zona Petrosa di Scalea. Il tribunale, ieri, al termine della sentenza ha aumentato il cumulo di pene a 95 anni complessivi, ma ha anche deciso per due assoluzioni, aggiungendone quindi una rispetto alle richieste del pubblico ministero Reale.


Le due assoluzioni

  • Le assoluzioni riguardano: Vittorio Casillo, 39 anni di Terzigno, assistito dall'avvocato Enrico Ranieri per il quale il pm Reale aveva già richiesto questa formula.


  • Ed anche Fabio Scaglione, di Scalea, 51 anni assistito dall'avvocato penalista Antonio Crusco, che è stato assolto da ogni reato contestato. Alla scorsa udienza, invece, il pubblico ministero aveva chiesto la reclusione a 7 anni e 6 mesi e 30mila euro di multa.



Le indagini

L'attività di indagine, come è noto è legata al presunto spaccio di sostanze stupefacenti che confermerebbe la presenza di un asse ben preciso di collegamento fra la Campania ed il Tirreno cosentino, in particolare Scalea.


Le condanne

  1. Domenico Tamarisco 50 anni, di Torre Annunziata, difeso dall'avvocato Antonio Iorio, la richiesta era per 16 anni di reclusione e 100mila euro di multa; ieri la condanna a 20 anni reclusione


  2. Luigi Vicidomini, 39 anni di Nocera Inferiore, assistito dagli avvocati Giuseppe Della Monica e Francesco Vicidomini: la richiesta era di 12 anni e 60mila euro di multa; la condanna inflitta ieri è di 16 anni di reclusione


  3. Patrizio Fiume, 42 anni di Portici, difeso dagli avvocati, Umberto Costanzo e Antonio Cardillo, la richiesta era a 12 anni di reclusione e 60mila euro di multa; la condanna inflitta: 16 anni


  4. Salvatore Maiorino, 35 anni, di Nocera Inferiore, assistito di fiducia da Sofia D'Amora e Giuseppe Bruno, richiesta del Pm: 12 anni e 60mila euro di multa; condanna inflitta: 14 anni di reclusione


  5. Pietro Santagada, di Scalea, difeso dagli avvocati Giuseppe Bruno e Armando Sabato, erano stati chiesti 10 anni e 60mila euro di multa; il giudice ieri ha condannato l'imputato a 11 anni di reclusione.


  6. Ivano Busiello di Scafati, 48 anni, assistito dagli avvocati Giuseppe Fedele e Antonio Usiello; la richiesta era 9 anni e 60mila euro di multa; il giudice ha dichiarato ieri il reato al capo C prescritto ed ha inflitto una condanna a 6 anni di reclusione e 40mila euro di multa


  7. Gianluca Lano, 46 anni di Roccapiemonte, difeso dagli avvocati Bonaventura Carrara e Nunzio Raimondi, a fronte della richiesta di pena a 6 anni e 18mila euro di multa, è stata decisa la condanna a 6 anni e 40mila euro di multa


  8. Enrico Uda, 52 anni di Cagliari, assistito dagli avvocati Patrizio Rovelli e Fabrizio Rubio, la richiesta era di 6 anni e 18mila euro di multa; la condanna a 6 anni e 40mila euro di multa



I fatti

Sono in tutto 15 le persone coinvolte, dieci hanno scelto il rito abbreviato, due sono state assolte. Fra gli indagati, che hanno scelto invece il rito ordinario, risultava anche il killer di Simonetta Lamberti, deceduto recentemente a Scalea al Parco Roma. Simona era una bambina di 11 anni, figlia del magistrato Alfonso Lamberti, che rimase uccisa nel corso di un attentato il cui obiettivo era suo padre, all'epoca dei fatti procuratore a Sala Consilina. Il tragico evento si verificò il 29 maggio 1982.

A giugno del 2023 gli arresti e il ritrovamento di un carico di 20 chilogrammi di cocaina. In quella occasione era finito in carcere, insieme ad altri Domenico Tamarisco, alias “Nardiello”, sospettato di ricoprire un ruolo apicale nell'ambito della criminalità organizzata dell'agro-nocerino sarnese, all'epoca dei fatti sottoposto all'obbligo di dimora nel comune di Scalea, presso il complesso residenziale denominato "Parco Roma", nella zona conosciuta come “Petrosa”.





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