Scomparsa Luigi Sebillo, a settembre si decide sull'eventuale archiviazione
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Scomparsa Luigi Sebillo, a settembre si decide sull'eventuale archiviazione

Il Giudice ha fissato l'udienza per decidere sulla richiesta di archiviazione e sul ricorso dell'avvocato Liserre per il caso della scomparsa di Luigi Sebillo


PRAIA A MARE – 23 giu. 21 - Il pubblico ministero aveva chiesto l'archiviazione del caso, ritenendo che non ci fossero elementi per l'accusa in giudizio, a distanza di 18 anni. La storia tragica è quella che ha visto la scomparsa di Luigi Sebillo, il 23 febbraio del 2003, uscito per una battuta di pesca, insieme ad un amico e non più rientrato a casa. I familiari dello scomparso, che oggi avrebbe 33 anni, non sino mai rassegnati all'idea di non avere un corpo sul quale piangere. Per tale motivo hanno dato incarico all'avvocato Francesco Liserre di effettuare ogni azione che potesse condurre a chiarire le circostanze del tragico evento. Fra l'altro, è stata avviata una iniziativa contro “persona da identificare”. Fatto iscritto all'ipotesi di reato prevista dall'articolo 586, del codice penale, “morte o lesioni come conseguenza di altro delitto”. Il pubblico ministero, lo scorso 14 giugno, ha depositato richiesta di archiviazione.



Due giorni dopo, l'avvocato Francesco Liserre ha consegnato l'opposizione alla richiesta di archiviazione. Per tale motivo, il Giudice per le indagini preliminari, Rosamaria Mesiti, ha fissato l'udienza per il prossimo 17 settembre, alle ore 11.00, per deliberare in camera di consiglio. L'avvocato Liserre assiste le persone offese, i genitori: Mario Sebillo e Anna Maria Iorio. Luigi Sebillo, era uscito in mare per una battuta di pesca, 18 anni fa, e non è mai più rientrato a casa. Il giovane, che viveva a Tortora con la sua famiglia, quel 23 febbraio del 2003, all'età di 15 anni, come faceva spesso, era uscito in barca con un amico, nella zona dell'Isola di Dino a Praia a Mare. I due, alle prime luci dell’alba, si sarebbero diretti, a bordo di una piccola barca a remi, nella zona di mare alle spalle del camping internazionale per trascorrere qualche ora di pesca. Le condizioni del tempo non erano delle migliori.



Un forte vento di tramontana avrebbe spinto la barca alla deriva. I due, presi dal panico, avrebbero deciso di abbandonare il natante e di raggiungere la riva a nuoto. Uno solo dei due ragazzi riuscì a raggiungere la riva e a dare l'allarme. Già nel 2007, gli avvocati ed i familiari hanno inserito in una memoria gli elementi che non combacerebbero fra le versioni ufficiali, quelle raccontate e quelle raccolte. Della vicenda si è anche occupata la trasmissione “Chi l'ha visto?”. Nei giorni successivi, i sub riuscirono a trovare nei fondali, a circa venti metri di profondità e a 200 metri dalla riva la canna da pesca, gli occhiali, la maglietta della tuta ed il cappellino dello scomparso. La barca era stata trovata il 23 febbraio alle 14.10 a nord dell’isola di Dino con a bordo il cellulare.



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