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Scalea, violenza sessuale e maltrattamenti: imputato condannato anche in secondo grado

L'imputato di un "Codice rosso" avvenuto a Scalea è stato condannato anche in secondo grado per violenza sessuale e maltrattamenti: la vittima è difesa dall'avvocato Adriano Presta


L'imputato di un "Codice rosso" avvenuto a Scalea è stato condannato anche in secondo grado per violenza sessuale e maltrattamenti: la vittima è difesa dall'avvocato Adriano Presta


Scalea, 12 giugno 2024 – Anche in secondo grado arriva la condanna per un caso di violenza sessuale e maltrattamenti a Scalea relativa ad un cosiddetto “Codice rosso”. La Corte d'Appello di Catanzaro, ha, in pratica, confermato la sentenza emessa in data 10 maggio 2023 dal Tribunale della stessa città, appellata dall'imputato R.S. 31 anni, originario della Campania, ma domiciliato a Scalea, condannandolo al pagamento delle spese processuali, alla rifusione delle spese di lite sostenute dalla costituita parte civile.


Vittima, una donna di Scalea, fidanzata convivente dell'imputato all'epoca dei fatti, assistita dall'avvocato Adriano Presta. L'uomo, in primo grado era stato condannato dal Tribunale di Catanzaro, Gip Sara Mazzotta, alla pena di 5 anni 5 mesi e 3 giorni di reclusione oltre al pagamento delle spese processuali e di custodia cautelare. Il 31enne era anche stato dichiarato colpevole dei reati con l'interdizione in perpetuo dai pubblici uffici. Era invece stato assolto dal reato di aver installato sul dispositivo mobile in uso alla donna, un virus informatico con cui ne avrebbe captato le conversazioni.

I fatti risalgono al periodo di marzo 2021 fino a luglio 2022. Nel mese di maggio del 2022, la donna G.D.B. Aveva sporto formale querela nei confronti di R.S., persona con la quale ha convissuto in un breve periodo, dal settembre 2021 al marzo 2022. Successivamente la donna aveva presentato ulteriori querele fino a luglio 2022.

Venivano denunciate ripetute offese verbali, minacce, violenze e atti di denigrazione, posti in essere in suo danno, dall'uomo, veniva più e più volte maltrattata, offesa nella dignità, e posta in uno stato di sofferenza morale e psichica che ha reso la vita della vittima e la sua esistenza particolarmente dolorosa.


Nelle more della fissazione del giudizio, su richiesta della donna, il pubblico ministero della Procura di Catanzaro aveva richiesto al Gip una misura cautelare idonea ad interrompere le condotte vessatorie e reiterate contro di lei poste in essere dall'imputato. Il Gip di Catanzaro aveva emesso ordinanza cautelare, nel mese di giugno 2022, disponendo il divieto di avvicinamento.

Misura poi sostituita il 31 luglio 2022 con gli arresti domiciliari per plurime e reiterate violazioni del divieto di avvicinamento.

I reati contestati al 31enne sono: maltrattamenti in famiglia e violenza sessuale con l'aggravante.

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