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Scalea, mozione di sfiducia, Bruno: «Ecco perchè ho abbandonato l'aula»

L'ex presidente del consiglio comunale di Scalea, Gaetano Bruno, spiega perchè ha lasciato l'aula consiliare e non ha votato la mozione di sfiducia: "distante da questo modo di concepire la politica"


L'ex presidente del consiglio comunale di Scalea, Gaetano Bruno, spiega perchè ha lasciato l'aula consiliare e non ha votato la mozione di sfiducia: "distante da questo modo di concepire la politica"
Gaetano Bruno

Scalea, 14 dicembre 2024 – Il consiglio comunale di giovedì a Scalea, come era facilmente comprensibile, ha lasciato una scia di dichiarazioni e di commenti; Gaetano Bruno, ex presidente del consiglio comunale, da un po' di tempo passato dall'altra parte della staccionata ha spiegato perchè ha deciso di abbandonare l'aula consiliare durante la mozione di sfiducia. E anzi, Bruno, bacchetta chi critica la sua azione definendoli “analfabeti politici”.

Le motivazioni

“Ci siamo trovati di fronte ad una mozione di sfiducia nei confronti di un sindaco di Forza Italia, firmata da consiglieri afferenti a Fratelli d’Italia, noi Moderati, e dallo stesso partito di forza Italia che sono all'opposizione. Poi c’era la firma del consigliere Paravati che ricordavo seduto al tavolo delle trattative già nella formazione delle liste nel 2010 sponda Pd e che oggi dichiara di essere pronto a fare una lista tutta sua, ma evidentemente lontano dagli altri consiglieri di opposizione con i quali è entrato in consiglio. E poi i consiglieri Angona e Torrano, gli unici a non aver dichiarato la loro estrazione politica la cui decisione di firmare la mozione è chiaramente riconducibile ad una valutazione squisitamente amministrativa. Come pensavano – chiede Bruno - questi signori di far passare per "politica" questa mozione? Sarebbe stato più logico che tutte le forze di centrodestra plaudissero al passaggio in Forza Italia del sindaco e di altri componenti della maggioranza e più che una mozione di sfiducia sarebbe stato addirittura più comprensibile trovarli insieme nel più classico dei rimpasti”. Come è noto il passaggio di Forza Italia è stato annunciato dal sindaco nel mese scorso in un incontro alla presenza dell'assessore regionale Gallo.

I Cinque stelle

Aggiunge poi Gaetano Bruno: “di fronte a questa mozione senza alcun senso politico più di qualcuno, anche chi non siede in questo consigli, ha tentato vanamente di fare leva sulla mia appartenenza al Movimento 5 Stelle”. Fa notare: “che se è vero che un rappresentante dei 5 Stelle non può votare la fiducia ad un sindaco di Forza Italia è anche vero che non può votare la sfiducia insieme a Fratelli d’Italia, Noi Moderati e Forza Italia. Pertanto non esistendo alcuna connotazione politica su questa mozione di sfiducia costruita a tavolino da chi è fuori da questo consiglio comunale e tesse trame che nulla hanno a che vedere con il futuro della città, ho rivendicato il diritto di abbandonare l’aula, gesto che non rappresenta mancanza di rispetto verso la cittadinanza, anzi. Non votare significa rinnegare tutte le becere strategie messe in atto da ogni direzione per imbonire l'elettorato e farsi largo in una ipotetica nuova ed imminente campagna elettorale”. Bruno ha affermato di non voler diventare “complice”, in questa “manovra di palazzo”.

Sfiducia telecomandata

Secondo l'ex presidente del consiglio comunale: “l'unica ragione di questa sfiducia telecomandata era quella di continuare a buttare fango sulle persone che sono state elette dai cittadini”. L'analisi di Bruno, anche dal punto di vista personale: “Pensavate di mettermi in difficoltà – scrive - di scagliarmi addosso l'opinione pubblica facendo leva sulla questione del rispetto del consiglio, della mancata presa di posizione, della coerenza politica ma, a parte la vostra claque, a parte quelli che per interessi personali, pur in difetto nei confronti della pubblica amministrazione, hanno la faccia tosta di ergersi a paladini di giustizia sociale e di moralità, non avete convinto nessuno. Avete provato a tirare in ballo consiglieri regionali e dirigenti del Movimento 5 Stelle, gli stessi sui quali avete provato a fare pressione affinché mi spingessero a votare la sfiducia senza sapere che come portavoce in consiglio, e nel massimo rispetto della mia adesione al partito, avevo condiviso con il coordinatore regionale e con il coordinatore provinciale la linea da seguire”.

Distanza da questo tipo di politica

Perchè allora abbandonare l'aula consiliare sapendo di essere il “peso” che avrebbe fatto pendere la bilancia dall'una o dall'altra parte? “Con la mia assenza dalla votazione – spiega Bruno - ho dimostrato la distanza mia e del Movimento da questo modo di concepire la politica e sono pronto come sempre ad assumermi la responsabilità della mia scelta mettendoci la faccia, l’unica faccia che ho sia con chi mi ha votato che con il Movimento 5 Stelle a tutti i livelli. Spero piuttosto che tutte le persone che non si identificano con i valori della destra e con queste strategie finalizzate alle sole ambizioni personali si mettano a lavorare fin da subito per costruire un’alternativa rinunciando definitivamente ad essere oggetto di giochi di potere, staccandosi dai social e tornando a riunirsi nelle piazze con proposte oltre che con proteste”.


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