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Scalea, ex discarica di Piano dell'Acqua ancora dubbi e timori sulla situazione del sito

L'ex discarica di Piano dell'Acqua a Scalea ancora sotto la lente di ingrandimento degli ambientalisti dubbi e timori sulla situazione del sito


L'ex discarica di Piano dell'Acqua a Scalea ancora sotto la lente di ingrandimento degli ambientalisti dubbi e timori sulla situazione del sito

Scalea, 8 maggio 2024 – Chiarimenti sulla bonifica della ex discarica di Piano dell'Acqua a Scalea, la “famosa” terza buca, dubbi e timori ancora presenti fra la popolazione e fra gli ambientalisti. I chiarimenti li avevano chiesti recentemente gli ambientalisti di Italia nostra. Ma la discussione è attiva da diversi mesi. Anche perchè, a quanto pare, qualche ritardo sulle attività si registra. Ci sono diversi dubbi che da anni ormai assalgono i cittadini: quanto può incidere quella “oscura presenza” su eventuali malattie tumorali, sono compromesse le falde acquifere? Ci si chiede, che materiali sono sepolti in quel luogo? Soltanto rifiuti solidi urbani?


Un resoconto al comune

Nei giorni scorsi, fanno sapere gli ambientalisti di Italia nostra, una sorta di resoconto è stato fatto nella sede del municipio di Scalea, tra i rappresentanti dell'associazione, il sindaco Giacomo Perrotta, e l'assessore all'ambiente, Davide Manco. Si è discusso proprio del progetto di "messa in sicurezza" della ex discarica di Piano dell'Acqua di Scalea e di valutare varie proposte formulate da Italia Nostra negli ultimi tempi, anche a mezzo stampa. “In particolare – ricordano gli ambientalisti - abbiamo chiesto di accelerare i lavori per la definitiva bonifica del sito che dovrebbe comunque attuarsi in due fasi. La prima prevede il "capping" (tappatura). La seconda, una campagna di monitoraggio della falda acquifera”. La terza buca, come è ormai noto era nata per i rifiuti solidi urbani dei soli comuni del patto territoriale, in tutto 14. Era stato calcolato almeno un decennio per arrivare a saturazione. Invece, nel giro di qualche anno, per una emergenza che colpì l'intera penisola vennero conferite ecoballe provenienti dalla Campania, dalla Puglia e da altre regioni e la discarica giunse in breve tempo a saturazione.


La cronistoria

Gli ambientalisti fanno sapere: “Abbiamo evidenziato che tutti dovremmo essere a conoscenza dei rischi a cui siamo potenzialmente esposti da anni, almeno se vogliamo dar credito a quanto accertato nel passato dagli organi competenti che hanno sequestrato e chiuso la discarica per inquinamento e rischi per la salute pubblica; che tutti sappiamo cosa sta succedendo in quella zona.

Il sindaco ha relazionato con una dettagliata e puntuale cronistoria riguardante il sito ponendo l'accento, in particolare, sul fatto che la terza buca della discarica, che doveva essere utilizzata per dieci anni da Scalea e altri pochi comuni del circondario, si sia esaurita nell'arco di tempo di un anno e mezzo/due anche a causa di autorizzazioni extra a sversare rifiuti provenienti da altre località. Poichè sussisterebbero forti sospetti sulla tipologia del materiale conferito, abbiamo chiesto al sindaco di procedere ad una verifica. A suo dire, il controllo qualitativo di quanto è stato depositato in discarica, oggi, è impedito dall'impossibilità di effettuare carotaggi”.


Controlli più appofonditi

Il progettista della bonifica, nella relazione generale, dichiara che il rifiuto "sembra essere riconducibile esclusivamente a Rsu". Qundoi nessuna certezza, evidenziano da Italia nostra. “Abbiamo proposto, pertanto, di adottare altre procedure per cercare di capire quanti e quali rifiuti si celino sotto lo strato di terreno che ricopre la famigerata terza buca e se vi siano stati sversamenti illegali.

Abbiamo chiesto, inoltre, se si stiano effettuando o meno i controlli trimestrali, previsti per almeno cinque anni”.


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