Scalea, evasore seriale assolto dal tribunale
Il tribunale ha accolto la tesi dell'avvocato penalista Antonio Crusco: "non punibilità per tenuità del fatto”
SCALEA – 7 feb. 21 - Il Tribunale di Paola, in composizione monocratica, presidente Roberta Carotenuto, ha assolto un uomo di Scalea, accusato di evasione. La vicenda è complessa. L'indagato era ai domiciliari per una precedente evasione. Già era stato sorpreso lontano dall'abitazione, senza alcuna autorizzazione. Era stato condotto presso la casa circondariale di Paola. Successivamente, l'indagato ha nominato l’avvocato penalista Antonio Crusco del foro di Paola. Il legale ha chiesto immediatamente al giudice della sorveglianza la sostituzione della misura carceraria con quella dei domiciliari, in concomitanza con l'emergenza Covid-19. Il giudice di sorveglianza ha accolto l'istanza del penalista Antonio Crusco. Uscito dal carcere l'uomo era stato spostato nell'abitazione, destinatario della misura meno afflittiva. L'estate scorsa, però, i carabinieri di Scalea hanno nuovamente colto in flagranza di reato l'indagato. Lo hanno sorpreso fuori dalla sua abitazione e lo hanno arrestato. E' seguito il giudizio per direttissima presso il Tribunale di Paola.
La Procura ha chiesto un'altra misura cautelare ma, il Giudice di Paola, in accoglimento delle argomentazioni del penalista Antonio Crusco, non ha ritenuto sussistente il pericolo di reiterazione del reato e, quindi, l’indagato è tornato nella sua abitazione con la misura dei domiciliari. Dopo il giudizio cautelare, la Procura di Paola ha rinviato a giudizio l'indagato, con l'accusa di evasione, aggravata dalla cosiddetta “recidiva infraquinquennale”. Sostanzialmente, l’uomo, secondo la Procura di Paola, pur essendo ai domiciliari presso la sua abitazione, dopo essere uscito dal carcere per una precedente evasione dai domiciliari, si era allontanato arbitrariamente dalla sua abitazione senza, quindi, chiedere alcuna autorizzazione al giudice; ed era stato colto in flagranza di reato dai carabinieri di Scalea.
Ieri, il giudice di Paola, Carotenuto, ha assolto l’uomo di Scalea “per tenuità del fatto”, in totale accoglimento della tesi del penalista Antonio Crusco. Il difensore, ha chiesto al giudice di applicare “l’istituto giuridico della causa di non punibilità per tenuità del fatto”. Il penalista Antonio Crusco, ha fatto riferimento alle differenze tra diversi articoli del codice penale; e soprattutto ha posto in evidenza la differenza tra il reato impossibile e l’articolo 131 bis del codice penale col quale il Legislatore non ha inteso punire quelle condotte di offensività trascurabile. A sostegno delle sua tesi di diritto penale, l’avvocato ha messo agli atti una sentenza della Corte di Cassazione che aveva ritenuto non punibile un uomo che veniva, quindi, assolto dal Tribunale di Catania per un caso simile a quello di Scalea.
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