Scalea, a rischio l'ufficio del Giudice di pace. I comuni non "collaborano" alle spese
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Scalea, a rischio l'ufficio del Giudice di pace. I comuni non "collaborano" alle spese

Il sindaco di Scalea, Perrotta, lancia un ultimatum. Interviene l'avvocato Germano con una lunga nota



SCALEA – 18 mar. 23 - La città di Scalea potrebbe “perdere” l'ufficio del Giudice di Pace. L'allarme lanciato dall'avvocato Francesco Germano è stato raccolto ieri da diversi cittadini e dai rappresentanti della politica locale. Una questione già vista che, in questo particolare contesto, richiede l'attenzione di tutto il comprensorio che fa capo all'ufficio del Giudice di Pace. Una lettera, a firma del sindaco di Scalea, Giacomo Perrotta è stata affissa alla porta dell'ufficio. La convocazione di un incontro per il prossimo 23 marzo, rivolta al consiglio dell'ordine degli avvocati e ai sindaci che fanno capo all'ufficio di Scalea. “Vengo, nuovamente, mio malgrado – si legge – a constatare il completo disinteresse sul mantenimento dell'Ufficio del Giudice di Pace di Scalea. Ricordo che attualmente l'Ufficio del Giudice di Pace di Scalea viene sostenuto esclusivamente dal comune di Scalea, nonostante l'esistenza di una convenzione in virtù della quale i comuni rientranti nella circoscrizione del Giudice di pace di Scalea, avrebbero dovuto e dovrebbero contribuire versando una quota per il mantenimento dello stesso. In mancanza di adesioni sufficienti per giungere ad una soluzione condivisa – si legge infine - lo scrivente rappresenterà la situazione al presidente del Tribunale di Paola per le determinazioni del caso”.



E come afferma l'avvocato Germano, se la questione dovesse arrivare nelle mani del presidente del Tribunale: “a quel punto, per quelle che sono le sue competenze, potrebbe decidere per la soppressione dell’ufficio con accorpamento a quello di Paola, salvo che nel frattempo non sia già pronto ad ospitarlo altro Comune dello stesso mandamento. Questa posizione del sindaco di Scalea – scrive però Germano - oltre ad essere evidentemente dannosa per la città, appare quantomeno strana, essendo lui ben consapevole dei motivi e dei presupposti che terminarono l’adozione della convenzione del 2014. Il mantenimento dell’Ufficio del Giudice di Pace si è, infatti, determinato, in via di urgenza, nell’estate del 2014, allorché, nell’imminenza della scadenza fissata dalla legge per la presentazione di istanze da parte di Comuni per il mantenimento dell’Ufficio, in mancanza di iniziative risolutive da parte del Comune di Scalea, all’epoca commissariato, mi attivai personalmente per chiedere la collaborazione di sindaci e colleghi e per provare a salvare il presidio giudiziario di Scalea. Era il penultimo giorno utile per la presentazione della domanda al Ministero e presi io l’iniziativa di girarmi tutti i Comuni e di farmi firmare l’assenso al mantenimento dell’Ufficio con l’impegno a contribuire alle spese di due dipendenti. Firmarono tutti”.



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