Sanità, arresti e sequestri per truffa nelle liste d’attesa dell’Oculistica a Catanzaro
- miocomune.tv
- 1 lug
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Due medici e altri operatori sanitari coinvolti in un'inchiesta su peculato, concussione e autoriciclaggio a Catanzaro. Sequestrati beni per oltre 980mila euro

Catanzaro, 1 luglio 2025 – Scandalo nella sanità pubblica calabrese. Due persone sono finite agli arresti domiciliari nell’ambito di un’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Catanzaro e condotta dalla Guardia di Finanza, che ha portato anche al sequestro di beni e denaro per un valore complessivo di 984.762,23 euro.
L’inchiesta riguarda una presunta truffa nella sanità pubblica catanzarese, con particolare riferimento al reparto di Oculistica dell’Azienda ospedaliero-universitaria Renato Dulbecco. I reati ipotizzati includono associazione a delinquere, peculato, concussione, truffa aggravata, interruzione di pubblico servizio, falsità ideologica e autoriciclaggio.
Secondo quanto emerso dalle indagini, coordinate dal Gruppo Tutela spesa pubblica del Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza, sarebbe stato creato un sistema parallelo e illecito di gestione delle liste d’attesa. Alcuni medici, approfittando del proprio ruolo, avrebbero favorito pazienti privati che, dopo aver pagato una visita extramoenia, accedevano con corsia preferenziale agli interventi chirurgici gratuiti presso la struttura pubblica.
Una “privatizzazione di fatto” del reparto di Oculistica, che ha danneggiato i pazienti in lista regolare e compromesso la qualità del servizio sanitario. In diversi casi, i pazienti, spesso in condizioni cliniche urgenti, si sarebbero sentiti costretti a pagare pur di ricevere in tempo le cure necessarie.
La rete, secondo gli inquirenti, coinvolgeva due dirigenti medici, un’infermiera dell’ambulatorio, e la segretaria dello studio privato di uno dei professionisti. Il meccanismo illecito permetteva di convogliare pazienti dal canale pubblico a quello privato, per poi farli rientrare nei percorsi ospedalieri, aggirando le regole.
A peggiorare il quadro, è emerso che cinque medici avevano scelto il regime di esclusività con la struttura pubblica, percependo quindi specifici emolumenti, ma continuavano a esercitare attività privata presso cliniche convenzionate, arrecando un danno economico stimato in quasi un milione di euro.
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