San Sago a Tortora, quattro sentenze del Tar fanno pensare alla riapertura dell'impianto
Il Tar decide con quattro sentenze sul riesame con valenza di rinnovo dell'autorizzazione integrata ambientale dell'impianto di trattamento rifiuti a San Sago di Tortora
Tortora, 12 ottobre 2024 – Quattro sentenze del Tar pubblicate tutte giovedì e tutte relative alla vicenda ormai di lunga data che accompagna l'impianto di San Sago di Tortora per il trattamento dei rifiuti speciali nell'area del fiume Noce, al confine con la Basilicata. Una vicenda che, ormai da lunghi anni, vede contrapposti i responsabili dell'azienda e le amministrazioni comunali calabresi e lucane per una battaglia che, fra l'altro, assume anche contorni ambientali, benchè dalla ditta più volte è stato ribadito che le lavorazioni dei rifiuti speciali, soprattutto quelli liquidi, vengono effettuate nell'ambito della normativa. Il tribunale amministrativo, con le quattro sentenze emesse e pubblicate giovedì, in qualche modo ha rafforzato la posizione dell'azienda la Co.Gi.Fe. Ambiente che è rappresentata nei ricorsi al tribunale amministrativo, e non solo, dagli avvocati Amalia e Domenico Monci.
Il ricorso della Cogife
Una delle decisioni del Tar Calabria riguarda proprio il ricorso presentato dalla società contro la Regione Calabria, contro il dipartimento territorio e tutela dell'ambiente, nei confronti della Provincia di Cosenza, ministero dell'Ambiente, comune di Tortora. Il ricorso è contro il reclamo promosso dalla Regione Calabria nel giudizio per l'ottemperanza della sentenza del 9 dicembre 2022 relativa all'accertamento dell'illegittimità del silenzio/inerzia della stessa Regione Calabria nel procedimento di riesame con valenza di rinnovo dell'autorizzazione integrata ambientale. Con una lunga e motivata decisione, il Tar Calabria, prima sezione, ha estromesso dal giudizio il ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica; ha dichiarato inammissibile l'intervento del comune di Tortora; ha rigettato il reclamo, compensando le spese di giudizio.
Il ricorso del Comune di Tortora
Un secondo ricorso trattato dalla stessa sezione del Tar, sempre sulla stessa questione ambientale, è stato presentato dal comune di Tortora, difeso dagli avvocati Antonio Barone, Maria Alessandra
Sandulli, questa volta, contro la Co.Gi.Fe. Ambiente e nei confronti di Regione Calabria, Provincia di Cosenza, dirigente delegato dal capo del dipartimento sviluppo sostenibile del ministero dell'ambiente, capo del dipartimento dello stesso ministero, direzione generale valutazioni ambientali. In questo caso si chiedeva la declaratoria di inefficacia nei propri confronti e la riforma e/o l'annullamento della sentenza Tar Calabria del dicembre 2022, mai notificata al comune sul ricorso proposto da Co.Gi.Fe. per denunciare l'illegittimità del silenzio serbato dalla Regione Calabria sulla propria istanza di "riesame con valenza di rinnovo" dell'autorizzazione ambientale. Questa decisione in favore del comune di Tortora avrebbe dovuto condurre anche, secondo quanto sostenuto dai legali, all'annullamento di ogni atto dipendente. Il Tribunale amministrativo regionale calabrese ha dichiarato inammissibile. Il ricorso ed ha condannato il comune di Tortora alle spese processuali in favore della Co.Gi.Fe.
Il ricorso con gli altri comuni Aieta, Lauria, Santa Maria del Cedro, San Nicola Arcella, Praia a Mare e Scalea
La terza sentenza è anche negativa, questa volta, oltre che per il comune di Tortora anche per altri enti per i quali sono stati dichiarati inammissibili gli interventi; e cioè: i comuni di Aieta, Lauria, Santa Maria del Cedro, San Nicola Arcella, Praia a Mare e Scalea con il rigetto finale del ricorso presentato dal comune di Tortora e sempre legato alla richiesta di annullamento del decreto di riesame con valenza di rinnovo dell'autoprizzazione integrata ambientale per l'impianto “di eliminazione di rifiuti pericolosi e non in località San Sago a Tortora”.
Il comune di Trecchina
Altra sentenza sempre di rigetto del ricorso riguarda il comune di Trecchina in provincia di Potenza sulle stesse tematiche.
Alla luce delle decisioni del Tribunale amministrativo di Catanzaro, il comune fa sapere che “è stato rigettato il ricorso di annullamento dell'Aia (Autorizzazione integrata ambientale), mentre sono stati dichiarati inammissibili sia l'opposizione di terzi, che l'intervento nel reclamo degli altri comuni che hanno partecipato al ricorso.
L'intervento del comune
Sicuramente le notizie non sono confortanti – si commenta - ma di certo ancora non siamo all'ultimo capitolo della questione, poiché attendiamo l'esito della causa relativa agli usi civici e, sentito lo studio legale a difesa del comune di Tortora, nei prossimi giorni si attiverá la procedura per l'opposizione al Consiglio di Stato sulla questione dell'Autorizzazione integrata ambientale. Riponiamo la nostra fiducia nella giustizia di questo paese, convinti che dalla nostra parte ci siano tutte le carte in regola affinché possa dichiararsi definitivamente chiusa la questione San Sago”.
La preoccupazione di "Scelgo Tortora"
Alla luce delle quattro sentenze emesse dal Tar che alimentano le preoccupazioni dei cittadini e dei comuni dell'area nord del Tirreno cosentino è intervenuto anche il gruppo di minoranza “Scelgo Tortora” per il quale si profila la riapertura dell'impianto di "trattamento di rifiuti liquidi e non" di San Sago. “Siamo notevolmente preoccupati per le possibili ricadute negative in termini di salubrità ambientale e di economia turistica per la nostra comunita e non solo – affermano dalla minoranza - . Dopo una lunga ed estenuante battaglia giudiziaria ed amministrativa che va avanti da oltre un decennio, con la precedente amministrazione, dopo una fase di fermo giudiziario di tale impianto, avevamo ottenuto la sospensione dell'autorizzazione allo svolgimento dell'attività, ma in quest'ultimo periodo e dopo l'ottenimento del nulla osta di compatibilità ambientale da parte della Regione Basilicata, la Regione Calabria potrebbe sancirne la riapertura”.
"Utilizzare ogni mezzo”
Dalla minoranza chiedono di ricorrere ad ogni mezzo politico, amministrativo e giudiziario, con il coinvolgimento attivo delle forze politiche, ambientaliste e sociali: “affinché le istituzioni preposte prendano atto, senza esitazioni, della ferma volontà della nostra comunità di opporsi alla riapertura di un impianto che possa trattare rifiuti tossici e pericolosi nel nostro territorio, a ridosso dell'alveo di un fiume e, come tale, potenzialmente nocivo. Non ci tranquillizza – si legge - la volontà di predisporre monitoraggi successivi o autorizzazioni condite da prescrizioni a posteriori. Occorre adottare misure preventive, delocalizzando impianti del genere in siti ove si possa garantire un' idonea sicurezza nel ciclo di trattamento, incolumità per la salute pubblica e compatibilità con l'eco sistema circostante. Ci auguriamo che l'amministrazione comunale non si faccia trovare impreparata nell'affrontare una problematica così complessa che rappresenta una priorità per il nostro paese e prosequa sulla linea della precedente, continuando a batteresi in ogni sede a difesa della salute pubblica, dell'ambiente e dell'economia turistica del nostro territorio”.
🔵 segui le notizie sul canale whatsapp di miocomune ➡️