Reddito di cittadinanza, segnalati 111 cittadini che lo avrebbero percepito indebitamente
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Reddito di cittadinanza, segnalati 111 cittadini che lo avrebbero percepito indebitamente

L'attività di indagine della guardia di finanza del gruppo di Vibo Valentia, coordinata dal procuratore Camillo Falvo



VIBO VALENTIA – 24 nov. 22 - Il gruppo della guardia di finanza di Vibo Valentia, coordinato dal Procuratore della Repubblica, Camillo Falvo, nell’ambito delle funzioni di polizia economico - finanziaria a tutela del bilancio nazionale, ha eseguito specifici controlli finalizzati a contrastare l'indebita richiesta, percezione e fruizione di prestazioni sociali agevolate. Sono in tutto 111 i cittadini, perlopiù stranieri, ritenuti responsabili della violazione della legge in merito. La normativa vigente prevede che affinché il cittadino straniero possa beneficiare del contributo pubblico, anche per il reddito di cittadinanza, debba essere residente in Italia da almeno 10 anni al momento della presentazione della richiesta, dei quali, almeno gli ultimi 2 anni, in maniera continuativa.



Partendo da tali prescrizioni, l’attività di controllo, eseguita anche attraverso l’approfondimento delle informazioni messe a disposizione dal nucleo speciale spesa pubblica e repressione frodi comunitarie della Guardia di Finanza condotta in stretta collaborazione con l’Inps, è stata indirizzata alla verifica del requisito accertando l’utilizzo di false attestazioni nelle dichiarazioni sostitutive uniche (D.S.U.) da parte dei soggetti perlopiù di nazionalità extracomunitaria. Gli stessi, infatti, pur non avendo maturato il periodo di residenza richiesto dalla norma hanno comunicato all’Ente erogatore di esserne, comunque, in possesso.



Emblematica, in tal senso, è risultata la posizione di un cittadino extracomunitario che ha percepito il sussidio pubblico nonostante fosse residente in un centro di accoglienza. L’importo complessivo delle somme indebitamente conseguite e segnalate all’autorità giudiziaria per l’adozione di provvedimenti cautelari reali ammonta a circa 900.000 euro. Oltre ad essere denunciati alla locale Procura della Repubblica, i percettori del sussidio, previo nulla osta concesso dall’autorità giudiziaria, sono stati segnalati all'Inps per l’irrogazione delle sanzioni amministrative di revoca e/o decadenza del beneficio e il recupero dell’indebito.



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