Paola, presentato l'ultimo libro del procuratore Fiordalisi: "La direzione della volontà”
A Paola presentato l'ultimo libro del Procuratore Fiordalisi: “La direzione della volontà. Una riflessione sull’elemento psicologico del reato”, evento organizzato dalla Camera Penale
PAOLA – 24 ott. 23 - Non è la sua prima opera, perlopiù tematica, ma è certamente l'ultima nella scala temporale. L'ultimo libro di Domenico Fiordalisi dal titolo: “La direzione della volontà. Una riflessione sull’elemento psicologico del reato”, scritto a quattro mani con Antonella Fiordalisi, è stato presentato sabato scorso a Paola in un evento organizzato dalla Camera penale, “Enzo Lo Giudice”. Nella nuova biblioteca Charitas del Santuario San Francesco di Paola, erano presenti gli autori e lo stesso Domenico Fiordalisi che è anche consigliere della prima sezione penale della Corte di Cassazione. L’incontro è stato moderato dal giornalista e avvocato, Egidio Lorito. Hanno preso parte al dibattito gli avvocati Gianfranco Parenti e Massimo Zicarelli; le conclusioni sono state tratte dall'avvocato Alessandro Gaeta. Gli interventi centrali sono stati affidati al professore ordinario di Diritto processuale penale dell’Unical di Cosenza, Alessandro Diddi e a Domenico Fiordalisi.
“Il concetto di volontà che si ricava dalle norme dei codici penali in vigore dall’Unità d’Italia in poi ha caratteri incompatibili col dolo eventuale. Non c’è altro modo di accertare il dolo – si legge nella presentazione dell'opera - all’infuori della chiara individuazione del fine che ha mosso l’agente, sulla base di elementi concreti del fatto da giudicare e non solo su ciò che “ordinariamente” accade, altrimenti si arriva ad una presunzione di dolo e si è fuori dal dolo. Ciò che “ordinariamente” accade rileva nella previsione e nella prevedibilità dell’evento ed è alla base della colpa, della preterintenzione e dei delitti qualificati dall’evento”. Il saggio tocca, fra l'altro, una questione terminologica sui concetti di offesa e di danno criminale, alla luce del rilievo della condotta susseguente al reato, per la recente modifica dell’art. 131-bis del codice penale.