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Omicidio-suicidio a Scalea, 7 colpi di pistola per chiudere una storia e spegnere le luci sul mondo

Aggiornamento: 4 ott 2022

I due corpi senza vita su via Borsellino a Scalea, nei pressi dell'abitazione dell'insegnante



SCALEA – Sette colpi di pistola, cristalli dell'automobile in frantumi, e un solo colpo per chiudere nel buio della notte due giovani vite. Prima l'omicidio e subito dopo il suicidio. E' la tragedia che si è consumata nella notte di ieri a Scalea, sul Tirreno cosentino. Resta consegnata agli affetti dei propri cari solo una piccola, dolce bimba di due anni che mentre si consumava la tragedia in strada dormiva tranquillamente; il sonno dei bambini innocenti. Ma i rumori e le presenze in strada non sono passati inosservati. Chi abita nelle vicinanze ha intuito che c'era qualcosa che non andava in via Borsellino ed ha avvisato i carabinieri. All'arrivo dei militari dell'arma, vetri infranti vicino ad una Lancia Y il corpo senza vita della donna all'interno dell'automobile e quello dell'uomo all'esterno, con lo sportello dell'auto ancora aperto. Due cadaveri: quello di Ilaria Sollazzo, 31 anni, che gestiva un albergo insieme ai familiari nel centro turistico; e quello di Antonio Russo, 25 anni, guardia giurata dell'istituto di vigilanza Metropol Sud, fondata dal padre, deceduto prematuramente.



I FATTI. La coppia che aveva convissuto per alcuni anni, e aveva una bimba di due anni, dal mese di agosto si era separata. Da quanto si è appreso, il rapporto è stato sempre un po' turbolento, con alti e bassi. Ultimamente, invece, a partire dal mese di agosto i rapporti erano diventati sempre più tesi e i due, sembra, non riuscissero trovare una sorta di accordo per concludere un percorso di coppia che ormai sembrava non funzionare più. E nella notte fra sabato e domenica potrebbero essere intercorse delle telefonate. Da lì sarebbe nato l'incontro, forse per definire i particolari per mettere fine al rapporto ormai logoro, forse per stabilire eventuali questioni legate alla decisione di prendere strade diverse, o anche altro, forse questo nessuno mai lo saprà. E forse, ma sono solo ipotesi, Antonio Russo era quello più determinato a proseguire la storia. Intorno all'una di notte, i due si sono incontrati in via Borsellino. Nei pressi dell'abitazione di Ilaria Sollazzo. Una strada molto trafficata di giorno, per via della presenza di varie attività commerciali e di un vicino supermercato; ma molto meno frequentata nelle ore notturne. Antonio Russo è arrivato con la sua Audi ed è sceso dall'auto. Poi si è messo a discutere con Ilaria Sollazzo, alla guida della sua Lancia Y, parcheggiata davanti all'automobile della guardia giurata. Pare che Antonio Russo non fosse in servizio e indossava abiti civili. Ma con sé aveva comunque l'arma.




All'interno dell'automobile, la discussione deve essere degenerata a tal punto che l'uomo ha estratto l'arma ed ha esploso ben sette colpi che hanno squarciato il silenzio della notte, hanno infranto i cristalli laterali della Lancia. Poi, probabilmente, senza neanche un attimo di indecisione, la guardia giurata ha rivolto l'arma contro sé stesso ed ha esploso un solo colpo mortale finendo per terra sul marciapiede. Da quel momento, in via Borsellino è tornato il silenzio. Ma soltanto per poco. Perchè qualcuno aveva già notato delle presenze, aveva già sentito rumori e in quella zona isolata è sempre meglio proteggersi. La chiamata ai carabinieri della vicina Compagnia di Scalea. All'arrivo dell'auto del nucleo operativo e radiomobile, la scoperta della tragedia. I due corpi senza vita lei dentro l'automobile e lui sul marciapiedi di via Borsellino.

Sul posto, oltre ai carabinieri, anche la polizia locale che ha subito inibito l'area al traffico locale. L'arrivo del sostituto procuratore di turno che insieme ai militari della compagnia di Scalea ha effettuato le opportune verifiche. Poi il via libera agli uomini del servizio funebre Tarallo di Scalea per recuperare i due corpi senza vita. Il trasporto all'ospedale di Cetraro e poi il trasferimento al nosocomio di Paola dove verrà effettuata l'autopsia per ulteriori chiarimenti, non solo dal punto di vista balistico, ma anche per le analisi di routine da effettuare sui cadaveri. Tutti elementi che serviranno a fornire il quadro nei minimi particolari. In quanto, a grandi linee, la tragedia sembra apparire già abbastanza chiara.



LE VITTIME. Un passato per i due giovani, tutto sommato tranquillo, complicato solo da un rapporto difficile che via via è andato sempre più degradandosi. Lei, un'insegnante di sostegno che solo da un breve periodo era in servizio al liceo Metastasio. Ilaria Sollazzo e Antonio Russo erano entrambi conosciuti a Scalea. Lei figlia di una famiglia di albergatori e sorella di un'impiegata comunale; lui figlio di uno dei fondatori della Metropol, istituto di vigilanza che si occupa del controllo delle attività commerciali associate. Nessun elemento negativo nella breve vita della coppia.



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