Omicidio Dimova, in corte d'Assise sfilano i testimoni
Belvedere Marittimo, nuova udienza in corte d'Assise a Cosenza sull'omicidio della bulgara Dimova. Sfilano i testimoni
BELVEDERE – 8 ott. 21 - Nuova udienza in Corte d'assise. Seduto al banco degli imputati, il presunto responsabile materiale dell'omicidio della 55enne bulgara Aneliya Dimova. Andrea Renda, 32 anni, di Belvedere Marittimo, difeso dall'avvocato Alberto Grimaldi. Una morte violenta per la povera Anelya Dimova avvenuta il 30 agosto dello scorso anno nel centro storico di Belvedere Marittimo. La donna, potrebbe essere stata vittima di una rapina e numerosi indizi raccolti dai carabinieri della compagnia di Scalea convergono proprio sul belvederese 32enne. Ieri, in Corte d'Assise a Cosenza sono stati escussi sei testimoni, inseriti nella lista del pubblico ministero. Si tratta, in pratica, dei carabinieri, intervenuti subito dopo il ritrovamento del cadavere, nell'abitazione del centro storico di Belvedere Marittimo. I militari avevano subito avviato i necessari rilievi del caso. Alle indagini e ai rilievi avevano preso parte i carabinieri della compagnia di Scalea, all'epoca, coordinati dal capitano Andrea Massari, con i colleghi della dipendente stazione di Belvedere, ed anche i militari del comando provinciale di Cosenza. Successivamente, numerosi rilievi, alcuni dei quali potrebbero rivelarsi schiaccianti per l'indagato, sono stati effettuati dagli uomini del Ris di Messina. E proprio il prossimo 18 ottobre, si tornerà in aula a partire dalle ore 10.30, per il prosieguo dell'escussione dei testimoni, con i militari del Ris di Messina. Ieri, in aula, sono stati approfonditi alcuni particolari.
E' stato ricostruito il momento del rinvenimento del cadavere e la scena raccapricciante della donna ritrovata sul letto con il capo fracassato. Sarebbe stata utilizzata una bottiglia di whisky per colpire mortalmente la bulgara. Nella scena del delitto sono stati numerosi i particolari rilevati dai carabinieri. La vittima, probabilmente, ha avuto la sfortuna di trovarsi a casa quella notte e di essersi svegliata mentre il suo assassino era ancora in casa. Chi era lì dentro, ha infierito sulla povera donna fracassandole il cranio e cingendole il viso con la federa di un cuscino, bloccata con del nastro adesivo. Determinanti, fra gli elementi raccolti, anche le riprese di alcune telecamere di videosorveglianza, comprese quelle del comune; oltre alle indagini minuziose dei carabinieri e in particolare i riscontri forniti dal reparto di investigazioni scientifiche che ha recuperato molti elementi che sarebbero riconducibili all'indagato, comprese le impronte digitali. E' stato affrontato anche l'argomento relativo all'analisi dei telefoni cellulari, alla posizione delle celle, e ai particolari rilevati dalle videocamere relativi all'automobile in uso a Renda, simile, anche in determinati particolari, a quella che compare nelle immagini delle videocamere del centro storico. Il figlio della vittima del brutale omicidio, Ivan Dobri Dobbrey, parte civile, è assistito dall’avvocato Eugenio Greco del foro di Paola.