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Due medici ai domiciliari nella Locride per false certificazioni

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  • 1 giorno fa
  • Tempo di lettura: 2 min

Inchiesta della Procura di Locri: 144 persone indagate, contestata truffa ai danni dello Stato per 70mila euro, due medici ai domiciliari



Guardia di Finanza Reggio Calabria operazione su false certificazioni mediche nella Locride


4 settembre 2025


La Guardia di Finanza di Reggio Calabria ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari nei confronti di due medici di base operanti nella Locride. L’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Locri guidata dal dott. Giuseppe Casciaro, ha portato a un quadro investigativo che coinvolge complessivamente 144 persone, accusate a vario titolo di false certificazioni mediche e truffa ai danni dello Stato.

Il provvedimento cautelare è stato emesso dal Gip del Tribunale di Locri e costituisce l’esito di una complessa attività investigativa avviata a seguito della denuncia di un cittadino. Le verifiche hanno incluso analisi documentali, intercettazioni telefoniche e ambientali.





False certificazioni per braccianti agricoli

Secondo quanto emerso nella fase preliminare delle indagini, i due medici avrebbero rilasciato certificati di malattia in modo “spregiudicato e disinvolto”, senza visitare i pazienti. A beneficiarne sarebbero stati soprattutto braccianti agricoli che avrebbero così ottenuto indebite indennità di malattia dall’Inps, per un valore stimato in circa 70mila euro.

Il sistema avrebbe permesso assenze dal lavoro anche per lunghi periodi, certificati rilasciati senza controlli e diagnosi identiche per più membri della stessa famiglia. In alcuni casi, i documenti sarebbero stati redatti tramite semplici messaggi telefonici o ritirati da terze persone senza alcuna visita medica.




Un “contesto d’illiceità diffusa”

L’inchiesta ha portato alla luce un vero e proprio “contesto d’illiceità diffusa”, con certificazioni emesse in serie e talvolta persino concordate direttamente con i pazienti. Tra i casi più emblematici, una certificazione per “sindrome ansioso-depressiva” concessa a un giovane bracciante che, al momento della malattia attestata, risultava in perfetta salute.

Secondo la Guardia di Finanza e la Procura di Locri, la vicenda dimostra come tutele assistenziali fondamentali siano state trasformate in una fonte illecita di guadagno, a danno della spesa pubblica.



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