"Katarion": mano dura del pm, chiesti 325 anni di reclusione per 34 imputati e una assoluzione
Processo Katarion, rito ordinario, sul Tirreno cosentino,chiesti dal pubblico ministero Romano Gallo 325 anni e 6 mesi di reclusione e una assoluzione, rilevati 17 casi di presunte false testimonianze
Cetraro, 5 dicembre 2024 – Il processo denominato Katarion arriva ad un punto fermo, mano dura del Pm per le richieste di condanna, della corte d'Appello di Catanzaro, al processo, celebrato con rito ordinario, scaturito dall’inchiesta della Dda di Catanzaro denominata “Katarion”, un totale di 325 anni e 6 mesi di reclusione oltre alle pene accessorie, chiesta una assoluzione. Una attività di indagine che, come si ricorderà, si è svolta principalmente nell'area del Tirreno cosentino e riferita al sodalizio criminale legato al clan Muto di Cetraro, terminata nel mese di marzo del 2021.
Richieste di pena pesanti
Si tratta di pene pesanti, che arrivano anche fino a 24 anni, richieste dal sostituto procuratore Romano Gallo all'udienza che si è svolta ieri. Un totale di 325 anni e 6 mesi di reclusione oltre alle pene accessorie per i 35 imputati nel processo noto come “Katarion”. C'è una sola richiesta di assoluzione per insufficienza o contraddittorità della prova per Davide Caccamo, assistito dall'avvocato Luigi Crusco di Scalea. Fra le parti civili risultano l'associazione antiracket di Cosenza; sono 7 le parti offese, fra le quali anche i ministeri della salute e dell'interno oltre a titolari e amministratori di aziende.
Contestate false testimonianze
Il pubblico ministero Romano Gallo, inoltre ha fatto richiesta di trasmettere alla Procura della Repubblica competente la contestazione del reato di falsa testimonianza per la deposizione, ritenuta appunto non veritiera, di ben 17 testimoni. Chiesta anche l'applicazione delle pene accessorie, come per legge, la revoca dei benefici assistenziali e previdenziali, oltre alla confisca di quanto è stato posto sotto sequestro.
Le richieste di condanna
per Salvatore Addino, “Salvatorino”, di Buonvicino, 6 anni di reclusione e 5.000 euro di multa;
per Giovanni Aita, di Diamante, 6 anni di reclusione e 2600 euro di multa;
per Salvatore Amoroso, di Buonvicino, 7 anni e 6.000 euro di multa;
per Carmine Antonuccio, detto “Garibaldi”, di Cetraro, 7 anni di reclusione 8000 euro di multa;
per Ciriaco Casella di Buonvicino, 7 anni di reclusione e 7000 euro di multa, richiesta di assoluzione per un reato al capo 52 per insufficienza e contraddittorietà della prova sulla sussistenza del fatto;
per Giovanni Franco, di Santa Maria del Cedro, chiesta la condanna alla pena di 8 anni di reclusione e 9000 euro di multa;
per Stefano Greco, alias “Tetano”, di Buonvicino, condanna 6 anni e 6 mesi di reclusione e 4000 euro di multa;
per Luca Grosso Ciponte, di Belvedere marittimo, condanna a 15 anni di reclusione e 20.000 euro di multa;
per Agostino Iacovo di Cetraro, condanna a 6 anni e 6 mesi di reclusione e 4000 euro di multa;
per Michele Iannelli, “Tavolone” di Cetraro, chiesta la condanna a 5 anni di reclusione e 10.000 euro di multa;
per Ciro Impieri, “U Cicciu” di Cetraro, chiesta la condanna a 15 anni di reclusione e 20.000 euro di multa;
per Luca Impieri, di Belvedere marittimo, condanna a 6 anni di reclusione e 3000 euro di multa;
per Rosario Alessandro Impieri, di Belvedere marittimo, condanna a 7 anni e 6 mesi di reclusione e 9000 euro di multa, richiesta di assoluzione per il reato al capo 66, per insufficienza o contraddittorietà della prova;
per Rossella Lombardi, di Buonvicino, chiesta la condanna a 12 anni di reclusione e 7mila euro di multa;
per Giuseppe Mandaliti, di Diamante, chiesta la condanna a 21 anni di reclusione e 8mila euro di multa;
per Pasquale Napoli, di Scalea, chiesta la condanna alla pena di 24 anni di reclusione e 20mila euro di multa;
per Pierluigi Oliverio, di Sangineto, chiesti 6 anni di reclusione e 2.600 euro di multa;
per Salvatore Orto, di Buonvicino, 6 anni di reclusione e 2.600 euro di multa;
per Lorenzo Pastorelli, di Buonvicino, 13 anni di reclusione e 15mila euro di multa, chiesta anche l'assoluzione per due capi di imputazione;
per Carmine Perrone chiesta la condanna a 6 anni di reclusione e 2600 euro di multa, assoluzione per un capo di imputazione;
per Carlo Ricca di Buonvicino, chiesta la condanna a 18 anni di reclusione e 26mila euro di multa, assoluzione per un capo di imputazione;
per Stefania Ricca di Buonvicino, il pm ha chiesto la condanna a 6 anni di reclusione e 2600 euro di multa;
per Loris Ricco, di Cetraro, 6 anni di reclusione e 2.600 euro di multa;
per Marcello Ricco, “U cinese” di Cetraro, chiesti 6 anni e 6 mesi di reclusione e 3mila euro di multa;
per Franco Scorza chiesta la condanna a 12 anni di reclusione e 6mila euro di multa;
per Giuseppe Spanò, “Pelè”, di Cetraro, chiesta la condanna a 7 anni di reclusione e 6mila euro di multa;
per Anna Maria Sollazzo, di Scalea, chiesti 16 anni di reclusione e 18mila euro di multa;
per Giuseppe Stabilito, 8 anni di reclusione e 15mila euro di multa;
per Andrea Trombino, 8 anni di reclusione e 15mila euro di multa;
per Carmine Alessio Tundis, detto “Carrello” di Cetraro, 4 anni di reclusione e 6mila euro di multa;
per Andrea Valente, di Buonvicino, 6 anni e 6 mesi di reclusione e 3mila euro di multa;
per Ivan Vilardi, di Cetraro, chiesti 24 anni di reclusione e 20mila euro di multa, oltre all'assoluzione per un capo di imputazione;
per Tatiana Vitale chiesti 6 anni di reclusione e 2.600 euro di multa;
per Marco Zaccaro, chiesti 7 anni di reclusione e 5mila euro di multa.
Sono circa 250 gli episodi di cessione di stupefacenti documentati agli atti, dalle attività investigative ed è questa la base dell'operazione denominata Katarion, un'attività complessa portata avanti dai carabinieri e dalla direzione distrettuale antimafia di Catanzaro. Tra gli altri reati contestati, anche: associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti; produzione, traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti; estorsione, tentata e consumata, aggravata dal ricorso al metodo mafioso; detenzione illegale di armi da fuoco. L'operazione Katarion era stata portata a termine dai carabinieri delle compagnie di Paola e Scalea, il 10 marzo 2021.
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