Droga e affari di famiglia: a Paola in tribunale parlano i collaboratori di giustizia
- miocomune.tv

- 9 ott 2024
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 11 ott 2024
"Affari di famiglia" va avanti il processo con il rito ordinario al tribunale di Paola sui fatti di droga sul Tirreno, parlano i collaboratori di giustizia; rinvio per Foggetti
Paola, 9 ottobre 2024 – E' iniziato a Paola, ma è ancora alla fase embrionale, il processo relativo all'operazione convenzionalmente denominata “Affari di famiglia”, in tribunale sfilano i collaboratori di giustizia sui fatti di droga, estorsione ed armi. Si tratta del rito ordinario che vuole far luce sull'indagine culminata con l'operazione del 9 maggio 2023 con 37 provvedimenti cautelari riferiti a presunte attività di spaccio di stupefacenti sul territorio del medio e basso Tirreno cosentino con diversi singoli episodi di narcotraffico.

Il provvedimento emesso, come è noto, reca la firma del Gip distrettuale di Catanzaro, Giuseppe De Salvatore, su richiesta dell'allora procuratore Nicola Gratteri, del sostituto procuratore aggiunto Vincenzo Capomolla e del pubblico ministero Romano Gallo.
L'intervento in videoconferenza di Impieri
Davanti al tribunale di Paola in composizione collegiale si è svolta l'udienza, con la partecipazione in videoconferenza del collaboratore di giustizia Luciano Impieri, in qualità di testimone dell'ufficio di Procura, in particolare della Dda di Catanzaro. Doveva essere sentito anche il collaboratore Adolfo Foggetti che, però, non è comparso in aula e dovrebbe essere nuovamente chiamato a testimoniare per la prossima udienza fissata fra una decina di giorni. In quella data, oltre a Foggetti, verranno chiamati a deporre altri collaboratori di giustizia. Fra gli altri: Davide Lamanna e Giuseppe Montemurro, tutti inseriti nella lista testimoni del pubblico ministero che ha presentato un corposo elenco di persone da sentire, fra i quali anche diversi ufficiali di polizia giudiziaria. Le udienze proseguiranno con l'ascolto dei testimoni citati delle difese. Per tale motivo il processo è ancora in una fase iniziale e, come si ricorderà, in precedenza, nei mesi scorsi, il tribunale aveva conferito incarico all'ingegnere Lecoche per la perizia trascrittiva delle intercettazioni.
Le accuse di associazione mafiosa
Le accuse, a vario titolo, sono relative ad una presunta associazione mafiosa che operava nell'ambito dei settori della droga, armi e del riciclaggio, riconducibile ai clan Tundis e Calabria, da qui la denominazione “Affari di famiglia” attivi nell'area compresa tra Paola, Fuscaldo, San Lucido, Belmonte, Falconara Albanese e Longobardi. Oltre alle intercettazioni, ulteriori fonti di prova consistono proprio nelle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia che si ritiene, da parte dell'accusa, abbiano costituito un inquadramento del gruppo criminale nell'ampio contesto 'ndranghetistico. Sempre secondo le ipotesi accusatorie, l'esistenza e operatività della presunta cosca sul territorio di San Lucido e zone limitrofe sarebbe stata affermata, in primis da Adolfo Foggetti.
I collaboratori
Il collaboratore ha collocato temporalmente l'esistenza del gruppo Calabria già a partire dall'anno 2010 e a legittimazione 'ndranghetistica del gruppo sarebbe stata riconosciuta da Francesco Patitucci, reggente dell'omonima consorteria di Cosenza: “a Paola c'ero io ed a San Lucido c'erano i Calabria, perché i Calabria ce li ha messi Francesco Patitucci”. In un interrogatorio del 2016, come risulta agli atti, Foggetti aveva specificato più dettagliatamente i ruoli svolti dai vari affiliati e le modalità di gestione del traffico di droga. Il collaboratore Luciano Impieri aveva precedentemente riferito, già nell'aprile del 2018, sulla situazione criminale corrente a San Lucido e individuato i fratelli Calabria come presunti reggenti della 'ndrina locale. Anche il collaboratore Lamanna ha riportato in precedenza fatti riconducibili alla “gestione” del territorio negli anni dal 2012 al 2013. Giuseppe Montemurro, aveva raccontato, per come risulta agli atti, dal proprio punto di vista, l'inizio del programma di imposizione del servizio di vigilanza notturna nei locali del Tirreno cosentino, partendo proprio dagli accordi raggiunti con i Calabria sulla possibilità di condurre l'imposizione nelle località di San Lucido e Torremezzo di Falconara, ovviamente condividendone i guadagni.
I difensori
Tutte questioni che probabilmente verranno trattate nel corso del processo. Il collegio difensivo è formato dagli avvocati: Andrea Alvaro, Gregorio Barba, Giuseppe Belvedere, Vincenzo Belvedere, Giuseppe Bruno, Libero Borsani, Nicola Carratelli, Adolfo Cavaliere, Vincenzo Cicino, Antonio Crusco, Carmine Curatolo, Emma Eboli, Lucio Esbardo, Pasquale Filippelli, Manuela Gasparri, Francesco Gelsomino, Giorgia Greco, Sabrina Mannarino, Francesco Perri, Armando Sabato, Giovanni Salzano, Francesco Sapone, Mario Scarpelli, Alessandro Tedesco, Francesco Tripodi, Massimo Zicarelli.
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