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Cetraro, Mattia Spanò torna libero: il caso che mette in luce le falle del sistema

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    miocomune.tv
  • 15 ott
  • Tempo di lettura: 2 min

Dopo mesi di attesa e burocrazia, Mattia Spanò il giovane di Cetraro affetto da disturbi psichiatrici lascia il carcere di Arghillà a Reggio Calabria. Ora è ospite di una struttura sanitaria nel cosentino su disposizione della Procura di Paola



Mattia Spanò lascia la casa circondariale di Arghillà
La casa circondariale di Arghillà

15 ottobre 2025

Mattia Spanò, il giovane di Cetraro, è finalmente libero. Il trentaduenne, affetto da gravi disturbi psichiatrici, ha lasciato il carcere di Arghillà a Reggio Calabria dopo che la Procura di Paola, guidata da Domenico Fiordalisi, ha disposto l’immediata scarcerazione “se non detenuto per altra causa”. Nonostante il fine pena fosse scaduto lo scorso 15 agosto, Spanò era rimasto in cella per oltre due mesi a causa di una lunga serie di intoppi burocratici legati al suo trasferimento in una Rems, le residenze sanitarie destinate ai detenuti con problemi mentali, ormai sature in Calabria.





Trasferimento a San Sosti: una nuova speranza per Mattia Spanò

Il giovane sarà ora ospitato, probabilmente in via provvisoria, in una struttura psichiatrica di San Sosti, nel Cosentino. La decisione arriva dopo la richiesta dei suoi avvocati difensori, Marco Bianco e Angela Cannizzaro, che da tempo chiedevano un trasferimento urgente per garantire cure adeguate. L’avvocata Cannizzaro aveva anche annunciato un ricorso alla Corte europea dei diritti umani, denunciando il protrarsi di una detenzione incompatibile con le condizioni psichiatriche del suo assistito.


Una vicenda che denuncia le falle del sistema


Il caso di Mattia Spanò a Cetraro

Il caso di Mattia Spanò Cetraro ha sollevato numerose critiche verso il sistema penitenziario e sanitario calabrese, incapace di gestire situazioni delicate come quella di un detenuto con disturbi mentali. Nonostante il Tribunale di Sorveglianza di Catanzaro avesse riconosciuto già a giugno la necessità di un “trattamento terapeutico in ambiente protetto”, la mancanza di strutture disponibili aveva bloccato ogni decisione. Due consulenti, il criminologo La Marca e lo psicologo Falcone, hanno certificato l’urgenza del trasferimento e la pericolosità della permanenza in carcere per un soggetto in tali condizioni.



Ora una nuova fase di cura e osservazione

Con il provvedimento del Tribunale di Paola, Mattia Spanò potrà finalmente iniziare un percorso terapeutico mirato. La permanenza nella nuova struttura psichiatrica di San Sosti rappresenta un passaggio fondamentale per ridare equilibrio e sicurezza al giovane e serenità ai suoi familiari, che da mesi chiedono giustizia e attenzione per il suo caso.




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