Cetraro, arrestato Alessio Ricco: era latitante da un anno e mezzo
- miocomune.tv

- 26 ott
- Tempo di lettura: 3 min
Operazione dei Carabinieri. squadra mobile e della Guardia di Finanza sotto il coordinamento della DDA di Catanzaro, arrestato Alessio Ricco di Cetraro, latitante da un anno e mezzo

26 ottobre 2025
È stato arrestato Alessio Ricco, 41 anni compiuti da alcuni giorni, originario di Cetraro (CS), latitante da un anno e mezzo, considerato un esponente di rilievo della famiglia Scornaienchi, costola della più nota cosca “Muto”, attiva sull’Alto Tirreno cosentino. Su Ricco pendeva un ordine di carcerazione emesso dalla Procura della Repubblica di Paola per un residuo pena di un anno e tre mesi. Si era reso irreperibile nel momento in cui i Carabinieri avrebbero dovuto notificargli la misura degli arresti domiciliari.
L’operazione congiunta e il blitz a Cetraro
L’arresto è avvenuto nel corso di un’operazione condotta dai Carabinieri del Reparto Operativo del Comando Provinciale di Cosenza, coordinati dal tenente colonnello Umberto Centobuchi, in collaborazione con il Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata e la Guardia di Finanza di Catanzaro, sotto la direzione della Direzione Distrettuale Antimafia (DDA), con la collaborazione della squadra mobile di Cosenza. Il blitz, scattato questa mattina, ha permesso di localizzare Ricco durante un incontro con alcuni familiari, ponendo fine alla sua latitanza iniziata nel febbraio 2024.
Il profilo del ricercato e i precedenti
Ricco è noto alle forze dell'ordine con numerosi precedenti di polizia, tra cui traffico di stupefacenti, rapina, furto e resistenza a pubblico ufficiale. In passato era stato coinvolto in un’importante operazione antimafia della DDA di Catanzaro, nell’ambito di inchieste sul narcotraffico a Cetraro e nei comuni limitrofi. Nel 2010 era stato già arrestato nell’ambito dell’Operazione “Ippocampo”, che aveva smantellato un gruppo criminale di tipo mafioso dedito al traffico di droga e legato alla cosca Muto.
Le attività contro i clan di Cetraro
Il successo dell’operazione si inserisce nel quadro delle indagini antimafia coordinate dalla Procura di Catanzaro e condotte dalle forze dell’ordine contro le organizzazioni criminali operanti nella provincia di Cosenza. Negli ultimi mesi, le attività investigative si sono concentrate sui gruppi criminali di Cetraro.
Il precedente giudiziario e il caso sanitario del 2014
Già nel 2014, il nome di Alessio Ricco era salito agli onori della cronaca per una vicenda giudiziaria di rilievo. All’epoca, il Tribunale del Riesame di Catanzaro aveva disposto la scarcerazione del giovane cetrarese, allora 29enne, affetto da una grave forma di artrite reumatoide, sostituendo la detenzione in carcere con la misura degli arresti domiciliari. Ricco era stato condannato in appello per narcotraffico. La decisione dei giudici era arrivata dopo una serie di accertamenti medico-legali che avevano evidenziato l’incompatibilità delle sue condizioni di salute con il regime carcerario, a causa dell’impossibilità di garantire un adeguato trattamento terapeutico all’interno dell’istituto di Catanzaro Siano.
La vicenda aveva suscitato un ampio dibattito politico. Il caso era stato portato all’attenzione del Ministero della Giustizia dall’esponente radicale Emilio Quintieri, che insieme all’onorevole Enza Bruno Bossio (PD) e ad altri rappresentanti politici, aveva effettuato visite ispettive nel penitenziario denunciando le condizioni di detenzione e chiedendo la liberazione del detenuto per motivi di salute. Anche il Parlamento si era interessato al caso, con un’interrogazione dell’onorevole Daniele Farina (SEL) ai Ministri della Giustizia e della Salute per verificare il rispetto del diritto alla salute sancito dalla Costituzione e dalla Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo. L’episodio si concluse con la concessione degli arresti domiciliari.
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