Bancarotta nel settore della vigilanza privata: arrestato un imprenditore
La guardia di finanza di Catanzaro ha arrestato un imprenditore nel settore della vigilanza privata, per bancarotta fraudolenta
CATANZARO – 19 dic. 23 – La guardia di finanza di Catanzaro ha arrestato un imprenditore nel settore della vigilanza privata, per bancarotta fraudolenta. I militari del comando provinciale della guardia di finanza di Catanzaro hanno dato esecuzione all’ordinanza con la quale il Gip del Tribunale di Catanzaro, su richiesta della Procura della Repubblica della stessa città, ha applicato la misura cautelare degli arresti domiciliari e il divieto di esercitare attività di impresa e di ricoprire cariche sociali in imprese e persone giuridiche per la durata di un anno nei confronti di un imprenditore, sulla base della ritenuta sussistenza della gravità indiziaria in ordine ai reati di bancarotta fraudolenta patrimoniale, documentale e preferenziale (in concorso con altro soggetto). L'uomo è accusato anche di dichiarazione fiscale infedele e omessa e autoriciclaggio. Contestualmente, il Gip, su richiesta della Procura di Catanzaro, ha disposto il sequestro preventivo di disponibilità finanziarie, beni immobili e mobili registrati per un valore complessivo di circa 5 milioni di euro.
Secondo le ipotesi di reato formulate, e dal Gip ritenute, allo stato, assistite da gravità indiziaria, l’amministratore di fatto di un’impresa operante nel settore della vigilanza privata, dichiarata fallita dal Tribunale di Catanzaro nel corso del 2019, con un passivo ammesso di oltre 47 milioni di euro, avrebbe posto in essere condotte di distrazione e dissipazione dei beni della società per oltre 3,5 milioni di euro, di falsificazione dei libri e delle altre scritture contabili, con conseguente ingiusto profitto e danno per i creditori e in modo da non rendere possibile la ricostruzione del movimento degli affari.
Gli accertamenti condotti dal nucleo di polizia economico-finanziaria/gruppo tutela economia della guardia di finanza di Catanzaro hanno delineato la gravità, che necessita della successiva verifica processuale in contraddittorio con la difesa, anche con riferimento alle ulteriori ipotesi di reati fiscali (infedele dichiarazione dei redditi per gli anni di imposta 2016 e 2017 e omessa dichiarazione per il 2018) con conseguente evasione delle imposte sui redditi per circa 1,5 milioni di euro e di autoriciclaggio attraverso il reinvestimento dei proventi illeciti in attività economiche di commercializzazione di orologi e beni preziosi di lusso.