Villeggiante dovrà restituire l'indennizzo al comune di Scalea
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Villeggiante dovrà restituire l'indennizzo al comune di Scalea

Aveva ricevuto circa 22mila euro per un indennizzo, dopo la sentenza di Cassazione che ha dato ragione al comune di Scalea dovrà restituire la cifra



SCALEA – 15 apr. 22 - Aveva ricevuto, a seguito di ingiunzione, un indennizzo di poco più di 22mila euro, e altri 5mila circa in favore del procuratore in giudizio. A pagare era stato il comune di Scalea. La vicenda dalla quale la storia trae origine, è datata, ma adesso riveste un certo interesse perchè la Cassazione ha dato torto alla signora, del milanese, e ora il Comune, quindi i cittadini di Scalea rivogliono indietro il denaro. La Giunta, con a capo il sindaco Giacomo Perrotta, sta avviando l'iter per procedere esecutivamente nei confronti della signora e recuperare la cifra che, a questo punto, è stata ingiustamente versata, anche a titolo bonario, dal comune di Scalea. Questi i fatti: la causa risale al lontano 28 agosto del 2006. La signora aveva chiesto il risarcimento dei danni a seguito d’infortunio verificatosi in Scalea il 21 luglio 2005. Il Tribunale di Paola, sezione distaccata di Scalea, a novembre 2010 aveva accolto la domanda dell'interessata. Il legale della donna aveva poi avviato il precetto a settembre 2012 e a maggio 2013 ingiungendo al Comune di Scalea il pagamento della somma di 22.188,60 euro, in favore della signora vittima di infortunio, e 5.183,87 euro, in favore del suo procuratore in giudizio.



Vista la provvisoria esecuzione della sentenza di primo grado ed il pignoramento eseguito presso terzi, il comune ha provveduto a pagare le cifre vantate, nel mese di agosto del 2013. ma la vicenda si è ribaltata negli anni successivi. La Corte di appello di Catanzaro con sentenza del 24 maggio 2016, in riforma della sentenza di primo grado, ha accolto l’appello del Comune e compensate le spese di entrambi i gradi del giudizio; la Corte di Cassazione con ordinanza de 21 febbraio 2019 ha dichiarato inammissibile il ricorso proposto dalla turista e l’ha condannata al pagamento delle competenze ed accessori di legge per un totale di 1994 euro. Un primo invito, bonario, del comune di Scalea, del giugno 2020, mirava a recuperare quantomeno la cifra “non dovuta” che la villeggiante aveva incassato. Ma visto che gli inviti spediti alla donna e al legale sono rimasti infruttuosi il comune di Scalea ha proposto ricorso per ottenere la condanna di controparte alla restituzione di quanto indebitamente percepito. Il legale, a gennaio di quest'anno ha provveduto ad estinguere il debito. Non è stato così per la villeggiante. Il 3 febbraio scorso, il Tribunale di Paola ha condannato la villeggiante al pagamento in favore del comune della somma di 24.465,34, oltre interessi legali. A questo punto, visto che occorre tutelare i diritti, le ragioni e gli interessi del Comune è stato nominato un legale al quale affidare la difesa dell’Ente per l’intera fase esecutiva.



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