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Il video rubato di De Martino partito dallo "spione zero" in spiaggia a Diamante

  • Immagine del redattore: miocomune.tv
    miocomune.tv
  • 10 set
  • Tempo di lettura: 2 min

L’investigatore privato Amedeo Pantanella racconta: “Un uomo sulla spiaggia di Diamante potrebbe aver diffuso per primo il video rubato di Stefano De Martino e Caroline Tronelli”.



“Diamante, spiaggia sul Tirreno cosentino legata al caso del video rubato di Stefano De Martino”

10 settembre 2025


Il caso del video rubato di Stefano De Martino continua a far discutere e ad alimentare indagini che si estendono da Nord a Sud Italia fino alla spiaggia di Diamante. Dopo settimane di silenzi e supposizioni, emerge un nuovo scenario che punta i riflettori su Diamante, cittadina della costa tirrenica cosentina, come possibile luogo da cui la vicenda potrebbe essere partita.

Secondo l’investigatore privato Amedeo Pantanella, che da tempo collabora con De Martino e la compagna Caroline Tronelli, il primo passo della diffusione illegale potrebbe essere avvenuto proprio su una spiaggia calabrese.





L’uomo misterioso sulla spiaggia di Diamante

Pantanella, intervistato dal Corriere della Sera, ha raccontato che diversi contatti lo avrebbero avvisato in merito a un uomo presente in vacanza a Diamante, il quale avrebbe mostrato orgogliosamente il filmato a persone vicine di ombrellone. Da quel momento il video rubato di Stefano De Martino avrebbe iniziato a circolare su WhatsApp e social network, moltiplicandosi rapidamente.

L’investigatore ha parlato di un vero e proprio “spione zero”, il punto di origine della catena di condivisioni. Tuttavia, nonostante i tentativi di bloccarlo e avvisare le forze dell’ordine, l’uomo sarebbe sparito nel nulla, senza lasciare tracce, fuggendo addirittura senza pagare l’ombrellone e il ristorante.





Le indagini tra Calabria e Procure italiane

Il caso del video rubato di Stefano De Martino è esploso lo scorso 9 agosto, quando un hacker ha sottratto filmati privati da un sistema di videosorveglianza, poi finiti in rete. Da allora le indagini hanno preso due direzioni: a Roma, dove la Procura contesta anche il reato di revenge porn, e a Venezia, per ulteriori approfondimenti.

La polizia postale lavora senza sosta per individuare i responsabili della pubblicazione online. Un compito reso più complesso dal fatto che il sito su cui sono stati diffusi i contenuti risulta registrato alle isole Tonga, nel Sud Pacifico, lontano quindi dalla giurisdizione italiana.




Una vicenda che apre interrogativi sulla sicurezza

Oltre a coinvolgere il noto volto televisivo della Rai, la vicenda del video rubato di Stefano De Martino porta alla luce un fenomeno in crescita: migliaia di immagini e filmati sottratti da telecamere private finiscono in vendita su portali internazionali.

Questa pratica non solo mina la privacy delle vittime, ma solleva interrogativi sulla sicurezza dei sistemi di videosorveglianza e sull’efficacia delle indagini informatiche nel contrastare un mercato nero in continua espansione.


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