Tortora, dopo il sequestro di apparecchi elettronici da gioco, si sospetta una frode informatica
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Tortora, dopo il sequestro di apparecchi elettronici da gioco, si sospetta una frode informatica

Attività della polizia nei giorni scorsi. A Tortora i controlli hanno permesso di trovare una macchinetta con la scheda elettronica clone



TORTORA – 17 mar. 23 – Ne avevamo dato notizia nei giorni scorsi. Ci sono ulteriori particolari all'attività della polizia di Stato effettuata nelle attività con presenza di macchinette elettroniche. Si è registrata una sorta di cooperazione tra personale della Questura di Cosenza e funzionari dell’Adm, l'ufficio dei Monopoli per la Calabria per il contrasto del gioco irregolare. Nei giorni scorsi, personale della Questura di Cosenza, Upg e Sp Squadra Amministrativa della Divisione Pasi e del commissariato di Paola, in cooperazione con i funzionari Adm dell’ufficio dei Monopoli di Cosenza hanno svolto una vasta operazione in tutto il comprensorio della provincia di Cosenza, volta alla verifica degli apparecchi di gioco illegali. Nella fattispecie, 9 le sale giochi controllate, circa 50 gli apparecchi di gioco sottoposti a verifica di cui 20 sono risultati alterati e sottoposti a sequestro. Delle apparecchiature alterate, ammonta a circa 10 mila euro, il danaro posto sotto sequestro poichè frutto dell’illecita attività di frode informatica; la presenza di una doppia scheda (cosiddetto clone) che permetteva di inoltrare solo dati parziali così da alterare la giocata ed eludere la corretta trasmissione dei dati inerenti le giocate a danno sia dei giocatori che dell’Erario.



L’ipotesi di reato è dunque frode informatica, per la quale risulta indagata la titolare di una ditta individuale sita in Tortora, dedita alla gestione ed al noleggio di tali apparecchiature presso vari esercizi commerciali della provincia di Cosenza oltre che in Basilicata.

Gli Uffici in questione provvederanno al recupero dell’imposta evasa ed eleveranno le sanzioni amministrative previste dal testo unico, che vanno da 5.000 a 50.000 euro per ciascun apparecchio rinvenuto oltre alla chiusura da trenta a sessanta giorni degli esercizi presso i quali sono stati rinvenuti gli apparecchi di gioco manomessi.

“La suddetta attività – si legge - testimonia la costante sinergia tra le istituzioni deputate a garantire la legalità in tale settore e l’attenzione rivolta alla repressione dell’esercizio abusivo in materia di giochi e scommesse al fine di prevenire il grave fenomeno della “ludopatia” e dell’usura a cui sovente i giocatori vittime devono ricorrere, certamente favorito dai contesti di illiceità come quello sopra rappresentato”.



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